Mercoledì 24 Aprile 2024

Uomini e leggi

IN UNA RECENTE intervista rilasciata al nostro giornale, Giuseppe Zamberletti, il ministro democristiano che fondò la Protezione civile, ha osservato come ai suoi tempi un commissario per l’emergenza terremoto «non si potesse riparare dietro ai soliti ‘non me lo consente la legge’». Non me lo consente la legge (europea) è stato l’argomento usato ieri sia dal commissario Vasco Errani sia dal ministro Carlo Calenda per ribattere alla polemica sulle esenzioni fiscali sollevata dal sindaco di Amatrice. È vero che ai tempi di Zamberletti l’Italia non era soggetta ai vincoli europei, ma resta la sgradevole sensazione che da allora burocrazie e paletti normativi si siano moltiplicati a dismisura e che dietro a quella muraglia di norme la politica volentieri si nasconda giustificando così la propria inerzia. Ai tempi di Zamberletti, in sette mesi i terremotati del Friuli si videro consegnare 20mila tra roulotte e casette provvisorie. A quasi un anno del terremoto che lo scorso 24 agosto ha colpito il centro Italia siamo solo al 12% di casette abitate sul totale promesso. Colpa della legge? È colpa della legge se ad oggi è stato rimosso meno del 10% delle macerie? È colpa della legge se, guarda caso a ridosso del referendum istituzionale, il governo ha ampliato il numero dei comuni che hanno diritto ad agevolazioni dai 62 originariamente compresi nella zona rossa a 140, diluendo di conseguenza le già scarse risorse? Se è colpa delle leggi, le leggi vanno cambiate o va prevista la possibilità di deroghe in caso di eventi straordinari. Se non è colpa della legge, vanno cambiati gli uomini. Sosteneva il giurista Carl Schmitt che nel momento eccezionale è possibile valutare dove alligni il potere. Non c’è niente di più eccezionale di un terremoto, ma, ad osservare la politica ai suoi diversi livelli, del potere non si vede traccia.