Mercoledì 24 Aprile 2024

Dalle parole ai fatti

BISOGNEREBBE ringraziare gli zelanti europarlamentari. L’aula semivuota di Strasburgo nel giorno in cui si doveva discutere della crisi migratoria rappresenta, infatti, meglio di qualsiasi discorso la consistenza di cui è fatta la cosiddetta Europa: un vuoto incolmabile. Esistono gli Stati, e gli Stati non intendono farsi carico del problema. L’illuminato Macron ha già detto che la Francia non aprirà le frontiere agli immigrati sbarcati in Italia, l’Austria ha inviato i carri armati ai confini del Brennero e la Slovenia è pronta a chiudersi a riccio come già fece lo scorso anno. No pasaran. L’Italia è dunque isolata, una cortina di ferro politica la stringe a Nord. Manca solo che la Grecia, memore di quanto poco l’abbiamo difesa al tavolo di Bruxelles, schieri la flotta militare e il quadro è completo.

Dominano, come è naturale che sia, le ragioni di opportunità politica. Domina la consapevolezza che le opinioni pubbliche degli Stati membri mal accetterebbero eventuali aperture su un tema caldo ed evidentemente elettoralistico come l’immigrazione. A dimostrazione, però, che anche quando manifesta sintomi di vita l’Europa rifugge dal principio di realtà, si legga il documento licenziato ieri della Commissione. Qualche euro in più, nient’altro. Nessuna concessione concreta alle nostre richieste, nessuna novità significativa che possa essere attuata in tempi accettabili. Questa fase è iniziata venerdì scorso, quando palazzo Chigi ha fatto filtrare all’agenzia Ansa l’intenzione di chiudere i porti italiani alle Ong che da mesi vi sbarcano i migranti imbarcati ai limiti delle acque territoriali libiche.

La sostanza era quella dell’ultimatum, la forma confliggeva con la sostanza. Come se l’unico ad aver paura di quella minaccia fosse il governo italiano. Per rendere credibile il messaggio, è giunto il momento di riconoscere la paternità di quel virgolettato anonimo: che il presidente del Consiglio ci metta la faccia, che si passi dalle parole ai fatti sul fonte delle Ong o sulle regole di Dublino. PS Ieri il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha ribadito la solita litania degli immigrati che «ci pagano la pensione». Anche se fosse vero che accogliere immigrati conviene economicamente, sarebbe un argomento assurdo. Un argomento impolitico. Ma è falso. Girate pagina, leggete l’articolo di Farruggia e scoprirete perché.