Giovedì 18 Aprile 2024

Lo Stato di grazia

DURERA'? Lo spirito di campanile è rimasto sepolto dalle macerie marchigiane, umbre e laziali. La tragedia del terremoto ha eclissato la farsa della polemica politica. A quattro giorni dai fatti, il miracolo prosegue: i partiti tacciono, le provocazioni languono, l’Italia sembra unita. Unita davvero. È stato osservato che il peggior difetto degli italiani è quello di parlare sempre dei loro difetti. È vero, ma in questi giorni di dolore e di paura i difetti nazionali non sono emersi, non più di tanto. Sono emerse soprattutto le virtù. E pur con le lacrime agli occhi, abbiamo assistito a uno spettacolo bello. È stato bello, bello e commuovente, ascoltare gli appelli della Protezione civile affinché la gente la smettesse di precipitarsi sui luoghi del disastro per dare una mano: ci sono già abbastanza operatori e volontari, grazie, rimanete pure a casa vostra. È stato bello, bello e commuovente, sapere che sono già stati inviati viveri e capi di vestiario in esubero rispetto alle reali necessità delle popolazioni colpite. 

È stato bello, bello e commuovente, vedere le file chilometriche di italiani qualsiasi davanti agli ambulatori per donare il sangue. È nel momento eccezionale che l’Italia mostra il suo volto migliore: quel momento è venuto, l’espressione di quel volto ci ha rassicurati. Siamo ancora umani, siamo ancora una nazione. Sta ora al presidente del Consiglio (che ha pure incassato l’endorsement di Berlusconi e del “Giornale”) far pesare sul tavolo di Bruxelles questo raro caso di unità, di orgoglio e di forza nazionale. L’occasione sarà il vertice che i paesi membri dell’Unione europea terranno il 16 settembre a Bratislava. Quel giorno da Matteo Renzi l’Italia si aspetta il massimo dell’energia e dell’astuzia. Quel giorno, se servirà farne sfoggio, anche la sua arroganza sarà considerata una virtù. 

NATURALMENTE, in queste ore drammatiche si è manifestata anche un’altra Italia. È l’Italia degli imbecilli e dei narcisisti che popolano i social network. I morti di fama, come li chiama Dagospia. E i risentiti. L’attricetta vegana che ha rinfacciato ai cittadini di Amatrice l’uso della pancetta di maiale. I fondamentalisti religiosi convinti che la tragedia sia ispirata da una qualche giustizia divina. I dietrologi che almanaccavano su presunte omissioni nelle rilevazioni dell’intensità del sisma. Gli spiriti semplici che hanno messo in contrapposizione sfollati e immigrati. Il grillino Fico che ha accusato il ministro Graziano e Bruno Vespa di speculare sul dolore. Un’Italia ottusa, risentita, rissosa. L’Italia dei social media, l’Italia di chi la spara più grossa. Un’Italia vociante e frustrata che fino ad oggi è stata spesso confusa con il Paese reale. Un’Italia imbarazzante. Un’Italia che mai come in questi giorni è apparsa minoritaria ed è stata guardata con umano compatimento dalla maggioranza silenziosa del Paese. Sarebbe bello, sarebbe fantastico se questo stato di grazia durasse. Sarebbe il modo migliore per rendere onore ai tanti italiani colpiti dalla tragedia. Durerà? Non c’è da scommetterci.