Giovedì 25 Aprile 2024

L'autunno del governo

COME previsto, i Bersani i D’Alema e gli altri scissionisti del Mdp si stanno rivelando i migliori alleati di Matteo Renzi. La loro uscita contro i nuovi voucher ha certificato l’avvenuta evaporazione dell’attuale maggioranza parlamentare, dato politico che, unito ai giganteschi passi avanti che sta facendo il confronto tra Pd, Forza Italia e persino i grillini sulla nuova legge elettorale, porta diritti alla fine anticipata della legislatura. Esattamente ciò che Renzi si augura. A oggi, salvo colpi di scena, l’unico dubbio è la data delle elezioni: a fine settembre (il 24) o a fine ottobre (il 22). Tutto dipenderà dalle scelte che verranno fatte in ordine alla manovra economica.  È infatti chiaro a tutti, a partire dal Quirinale, che se vogliamo evitare che i mercati finanziari ci saltino alla gola, perché spaventati dall’instabilità politica, occorrerà rassicurare tanto le borse quanto l’Europa sul fatto che la legge di bilancio verrà presentata nei tempi previsti (15 ottobre) e che non si discosterà dagli impegni presi. Al netto di questo snodo, per Renzi è una manna. 

SI REALIZZA il suo disegno e le resistenze dell’establisment, cui ha dato ieri voce il quotidiano “la Repubblica”, alle elezioni anticipate sembrano destinate a essere travolte. Del resto, quando il segretario del partito di maggioranza e i tre quarti delle forze politiche chiedono di staccare la spina con qualche mese di anticipo a un governo non eletto, la questione assume una logica politica, la logica politica si traduce in forza e a quella forza è difficile opporsi. Se andrà così, si voterà col proporzionale e con la conseguente consapevolezza che solo da un’intesa larga tra Pd, FI e altri potrà, forse, nascere un governo. Non è lo sbocco politico che auspicavamo. A quanto pare, però, è l’unico possibile. C’è solo da sperare che Renzi e Berlusconi non cedano sulla soglia di sbarramento. Se, come Germania, verrà fissata al 5%, si impedirà l’ingresso in parlamento di partitini moderatamente rappresentativi la cui unica ragion d’essere è quella di ricattare i governi. Sarà un modo per tutelare la democrazia, ovvero il rispetto della volontà della maggioranza. Ne pagheranno lo scotto i centristi di Alfano e i sinistrati di D’Alema. Per Mdp sarà una nemesi. Hanno rotto con Renzi per avere più posti in parlamento e ora rischiano di non entrarci. Hanno trovato nella battaglia contro i voucher la bandiera ideale che gli mancava, ma dal momento in cui l’hanno innestata hanno reso evidente l’impossibilità per il Pd di fare alleanze a sinistra e hanno messo il capo dello Stato, cui spetta il potere di sciogliere le camere, di fronte all’evidenza di un governo privo di una base parlamentare. Se poi osserviamo che, come mostra il sondaggio di Antonio Noto, i cittadini italiani contrari alla reintroduzione dei voucher oscilla tra il 10 e il 30%, ci rendiamo contro di quanto marginale sia la loro battaglia. Marginale e destinata a sconfitta certa. Non è una novità, è una conferma. Si conferma che Massimo D’Alema è un perdente di successo.