Venerdì 19 Aprile 2024

Il partito fake news

Va di moda parlare di fake news. Un tempo le chiamavamo bufale, balle, invenzioni. Ci sono sempre state e da sempre la politica ne fabbrica a getto continuo. Ieri ne circolavano un paio niente male. A propalare la prima sono stati sia Renzi sia Berlusconi, due talenti naturali. Con toni e argomenti diversi, hanno sostenuto che mai e poi mai le prossime elezioni daranno vita a un governo di larghe intese fondato sull’asse Pd-FI. Balla colossale, dal momento che con la legge elettorale in via di approvazione è sicuro che né Renzi né Berlusconi avranno i numeri per governare da soli o in sola compagnia dei propri storici alleati. L’alternativa a un governo di larghe intese sarebbe, pertanto, un non governo. Non c’è da augurarselo, ma fino al giorno delle elezioni i due leader si sentiranno in dovere di teorizzare la propria, impossibile, autosufficienza politica. L’altra bufala riguarda il Partito democratico. Nel decennale della fondazione, chi ne è uscito e chi ne fa ancora parte ricoprendo posizioni di minoranza, sostiene che il Pd sia morto e a ucciderlo sia stato Matteo Renzi in quanto traditore della sinistra. 

Un falso, anzi: due falsi in uno. Se il Pd ha smarrito la propria centralità è perché gli anti renziani hanno cavalcato il No al referendum istituzionale dello scorso 4 dicembre, decretando il prevedibile, e previsto, ritorno a una legge elettorale sostanzialmente proporzionale. Quanto alla matrice di sinistra, diciamo la verità: il Pd è nato proprio per annacquarla. Balza agli occhi osservando nomi e loghi. Con i Ds D’Alema eliminò la falce e il martello dal simbolo, con il Pd fu eliminata persino la parola sinistra. Preferirono definirsi, genericamente, “democratici”. Dopo aver scimmiottato Tony Blair, rotto con la Cgil e promosso la riforma Treu del mercato del lavoro, l’astuto D’Alema sostenne la nascita del Pd nella convinzione di egemonizzarlo. Ma fu, come è noto, scalzato da un giovane democristiano. Se n’e andato sbattendo la porta e agitando la bandiera di sinistra da lui stesso, anni fa, ammainata. E questa, se vogliamo, è un’altra fake news. Si devono infatti alla sinistra quelli che oggi vengono considerati i mali dell’epoca: la globalizzazione sfrenata, l’ammissione della Cina nell’Organizzazione mondiale del commercio, la confusione tra banche d’affari e di deposito. Sono queste le cause principali della crisi economica che ci delizia da nove anni. E non è un caso che da quando la crisi è iniziata la sinistra europea abbia perso un terzo dei suoi elettori e sia scomparsa dai banchi dei governi di quasi tutti gli Stati membri. Anziché continuare a parlare del contenitore (il partito, le alleanze…) sarebbe perciò il caso di cominciare a parlare dei contenuti. Tenendo, però, presente il catastrofico esperimento fatto da Francois Hollande un annetto fa. L’allora presidente francese lesse a una platea di militanti socialisti un volantino del Front national senza specificare che si trattava di un documento dell’estrema destra: fu accolto con una standing ovation. E questa, amici e compagni, non è una fake news.