Giovedì 18 Aprile 2024

L'argine che manca

Non è vero che la tecnologia è neutra e che tutto dipende dall’uso che se ne fa. Dal telaio a vapore alla lavatrice, dalla televisione al computer le innovazioni della tecnica hanno sempre rivoluzionato le società. Cambiato le forme e i modi del lavoro, scomposto e riaggregato le comunità nazionali, plasmato gli individui, le famiglie, gli Stati. Mutamenti radicali realizzati nel tempo. Tempi lunghi, generalmente. Nella storia dell’umanità, però, non c’è mai stata una rivoluzione politica, economica o sociale che dispiegasse i propri effetti in così poco tempo come sta avvenendo col digitale e con i social. Chi controlla il web controlla il mondo, mai si era vista tale concentrazione di potere a livello globale in così poche mani. La conoscenza passa ormai attraverso Google, chi programma gli algoritmi di Google governa il sapere globale. La storia che abbiamo raccontato ieri della chat su WhatsApp creata da decine di adolescenti tra Modena e Reggio Emilia per scambiarsi selfie erotici è allarmante, ma non rara. Il mezzo alimenta il narcisismo e le prevaricazioni, e i nostri ragazzi non si rendono conto dei rischi a cui si espongono. Psicologi e neurologi hanno studiato il problema. L’abuso di social e di strumenti digitali produce alienazione, frustrazione e rende progressivamente superflue quelle qualità che per millenni hanno rappresentato gli elementi dell’intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico. È bene che genitori e insegnanti mettano in guardia i più giovani. Sarebbe bene che i governi si domandassero se è lecito che un minorenne possa firmare un contratto (è questo che si fa quando ci si iscrive a un social) che consente ai giganti del web di commercializzare i suoi dati e plasmare la sua mente.