Giovedì 25 Aprile 2024

Incapaci di imparare

Lehman Brothers

Lehman Brothers

ESATTAMENTE dieci anni fa esplodeva la bolla immobiliare americana dando luogo alla più drammatica e lunga crisi che l’intera storia del capitalismo abbia mai registrato. Prima crolla il settore immobiliare americano, poi crollano le banche di investimento che avevano cartolarizzato con i famigerati Cdo i mutui subprime e i fondi pensione che li avevano acquistati come prodotti sicuri sovranamente certificati con tripla A dalle agenzie di rating. Dopo di che, l’onda varca l’Oceano e travolge gli Stati con i loro debiti sovrani. Migliaia di miliardi in fumo, milioni di famiglie sul lastrico, disoccupazione alle stelle, recessione, impennata dei suicidi, delle depressioni, dei morti per droga e alcolismo. Non è stata una crisi congiunturale, è stata una crisi strutturale (e morale) che ha colpito alla radice un intero modello di sviluppo. Una crisi sistemica che ha coinciso con i colpi di coda di una globalizzazione senza criterio né regole che, dopo il masochistico ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), ha liberalizzato le importazioni dall’estero ingessando il mercato interno: una manna per i Paesi in via di sviluppo, un veleno per le economie più avanzate.

E non è ancora finita. Non è affatto finita. Urgente, allora, è chiedersi cosa sia stato fatto per evitare che la storia si ripeta. Cosa sia stato fatto per correggere le storture del sistema. Occorre rispondere alle seguenti domande. Le agenzie di rating sono ancora sovrane? Le vendite allo scoperto sono ancora possibili? I mercati finanziari sono ancora gravidi di obbligazioni garantite da debiti? Le banche commerciali sono state distinte dalle banche d’affari? L’economia reale ha guadagnato terreno sulla finanza virtuale? Le regole e i protagonisti del Wto sono cambiati? E infine, ahinoi, la politica, cioè la democrazia, conta davvero qualcosa?

Scioglieremo questi dubbi con analisi e interviste, con la mente lucida e nelle orecchie l’eco delle amare parole consegnate all’eternità dallo storico dell’economia Carlo Maria Cipolla: "Di tutte le specie animali, quella umana è l’unica che non impara mai nulla dai propri errori".