E' l'ora del silenzio

ECCO, ci siamo. È giunto il momento di uccidere la Balena blu. Nell’ultima settimana abbiamo dedicato due pagine al giorno a quello che qualcuno si ostina a definire “gioco”, ma che di giocoso non ha nulla. Si chiama Blue Whale, Balena blu. È un meccanismo criminale volto ad attirare gli adolescenti più fragili in un percorso di auto mortificazione che si conclude con il suicidio. Un salto nel vuoto, possibilmente in diretta web. Un meccanismo allucinante, che ha già mietuto vittime anche in Italia, alimentato da una moltitudine di vigliacchi che sui social istigano al suicidio ragazzine e ragazzini con problemi di autostima, di integrazione, di depressione. Abbiamo raccontato storie inedite, messo a nudo le dinamiche perverse del web, creato finti profili per entrare in contatto con “mediatori” senza scrupoli, dato conto dell’attività di prevenzione e repressione svolta dalla Polizia postale. L’abbiamo fatto per mettere in guardia i più giovani, i loro genitori, i loro insegnanti. L’abbiamo fatto anche perché si tratta di un fenomeno nuovo che dice molto sul nichilismo che attraversa fasce non marginali dei cosiddetti giovani, impigliati nella Rete ed implicitamente sobillati per ragioni commerciali dai suoi gestori globali. Ora, però, basta. Basta cronaca sul Blue Whale, basta storie, basta analisi. Abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo detto tutto ciò che era interessante dire. Inutile ripetersi, se continuassimo a dar conto del fenomeno finiremmo per alimentarlo. È una responsabilità che non intendiamo assumerci. Perciò, da oggi, soffocheremo la Balena blu con un velo di silenzio: torneremo a parlarne solo in presenza di fatti nuovi.