Giovedì 25 Aprile 2024

Il rischio di governare

MALGRADO i proclami di Grillo, un paio di indizi alimentano il sospetto che i grillini non vogliano in realtà governare. Costa fatica, espone a rischi, obbliga al realismo. Meglio, molto meglio rimanere all’opposizione. C’è poi l’esempio del Pci: partito di massa, partito ideologico, partito Chiesa, partito perciò rigidamente controllato dai suoi dirigenti; partito che per settant’anni filati rimase fuori dalle stanze del governo nazionale e non per questo perse di appeal agli occhi dei propri elettori. Anzi. Il fascino rimase intatto, la purezza integra. Sarebbe stata una sicura disfatta, per i comunisti, entrare davvero nell’orbita del governo. E questo i cinque stelle sembra l’abbiano capito. Ma chi glielo fa fare di avventurarsi nella savana quando possono rimanere seduti a contemplare l’orizzonte sorseggiando drink sotto la vela di lino di un resort di lusso. Che lo spirito sia questo si capisce dal sistema elettorale che dicono di volere. Un proporzionale alla spagnola, che fa piazza pulita dei partitini e premia in egual misura i partiti più grandi. In un contesto politico tripolare come quello attuale, significa che dalle elezioni non uscirebbe un vincitore. 

O IL CAOS, dunque, o un governo votato non dagli elettori ma dagli eletti di due dei tre poli fino al giorno prima avversari. Ma i grillini fanno bandiera della loro diversità, nessuna alleanza è dunque possibile. O il caos, perciò, o un governo Pd-Forza Italia. E in entrambi i casi per il Movimento 5Stelle sarebbe una manna. Il progetto di legge elettorale depositato alla Camera dai pentastellati porta il nome del deputato-cittadino Danilo Toninelli, un ufficiale di complemento dell’Arma dei Carabinieri, un quarantenne lombardo con la faccia perbene la cui principale preoccupazione è quella di rassicurare chi l’ha eletto (e chi ne guida i passi) sul fatto che lui non perderà mai la purezza, non si lascerà mai corrompere dal potere, dalla politica o dall’umana natura. Sulla piattaforma Rousseau, podio e gogna degli eletti grillini, alla ‘Dichiarazione di intenti’ Toninelli scrive: «Non ho ambizioni di carriera politica; il mio principale scopo di vita è mia moglie e mio figlio di due anni e il mio impegno politico è principalmente per il loro futuro. Primario obiettivo da seguire in Parlamento è quello di creare un Gruppo coeso che parli con un’unica voce...».

IL GRUPPO , con tanto di maiuscola, è dunque il suo unico interlocutore. Dell’Italia, del mondo e della politica neanche una parola. Se questo è lo spirito, e se questo spirito va preservato sopra ogni cosa, tenersi lontano dalle responsabilità del governo nazionale è più che consigliabile: è vitale. Per governare, infatti, occorre sporcarsi le mani e scendere a compromessi. Lo sa bene la sventurata sindaca grillina di Roma, Virginia Raggi. Che tra i tanti argomenti possibili per dire no alle Olimpiadi ha scelto il più scivoloso: si trasformerebbero nel solito magna magna, sarebbero occasione per le solite ruberie. Ma allora, se non basta eleggere un ‘governo degli onesti’ per avere garanzia di onestà, meglio evitare figuracce e vivere di rendita stando all’opposizione.