Ridurre i voucher, piano del governo. "Tetto di 5.000 euro all'anno"

Riforma in cantiere per i buoni-lavoro. Poletti: "Necessario intervenire per limitare l'utilizzo improprio"

Un voucher o buono lavoro erogato dall'Inps (Ansa)

Un voucher o buono lavoro erogato dall'Inps (Ansa)

Roma, 12 gennaio 2017 - La macchina del governo e del Parlamento per intervenire su voucher e responsabilità negli appalti è già in movimento. Esecutivo e gruppi parlamentari (anche oltre la maggioranza) potrebbero procedere spediti verso una stretta drastica sui buoni-lavoro (con limiti di utilizzo nei settori e nei tetti monetari), tale da essere giudicata potenzialmente in grado di disinnescare i due referendum residui. 

La valutazione sulle novità legislative spetterà alla Cassazione, ma di sicuro governo e gruppi di maggioranza si muovono da settimane in questa direzione. Lo stesso premier Paolo Gentiloni ha più volte anticipato l’operazione in cantiere. E il ministro Giuliano Poletti ha insistito: «Pensiamo sia necessario ancora intervenire per limitare e ridurre gli elementi di utilizzo improprio perché è uno strumento nato per lavori accessori, per situazioni specifiche, ma è andato oltre, bisogna riportarlo alle dimensioni delle origini». Sulla stessa linea i capigruppo Pd di Camera e Senato, Ettore Rosato. 

Le linee di intervento sono molteplici, ma quelle più gettonate potrebbero riguardare il tetto per l’utilizzo dei buoni, i tempi entro i quali vanno utilizzati una volta comprati e i casi nei quali non si possono usare. È probabile che si riduca il tetto (al momento a 7.000 euro annui per lavoratore con un massimo di 2.000 dallo stesso committente) tornando ai 5.000 euro precedenti il Jobs Act (ma si potrebbe decidere una cifra inferiore, dato che solo 200.000 persone circa ricevono buoni per oltre 1.000 euro l’anno). 

Si discuterà con tutta probabilità anche della riduzione della durata di validità del buono da un anno a sei mesi e della stretta sull’utilizzo, vietando all’azienda di pagare con questi i propri dipendenti in caso di lavoro supplementare (risparmiando così sul lavoro straordinario). Resta aperta, però, anche la possibilità di un’azione più incisiva, che porti a escludere alcuni settori, come quello dell’edilizia e per certi aspetti anche quello dell’agricoltura. 

Meno probabile, invece, che possa passare la proposta di legge di Cesare Damiano («Tornare alla legge Biagi»), sulla quale è ripresa la discussione alla Camera: limitare i voucher ai piccoli lavori domestici, lavoro di cura, fiere, lavori di emergenza resi da soggetti ad alto rischio di esclusione sociale o da persone «non ancora entrati nel mercato del lavoro o in procinto di uscirne». Anche se la minoranza dem (da Bersani a Speranza) spinge per un giro di vite robusto e Sinistra italiana ha ottenuto la calendarizzazione di una mozione anti-voucher per il prossimo 23 gennaio. «Mettiamo mano ai voucher e riportiamoli alle logiche originarie – insiste Bersani - Chi dice che non sono un problema si metta lui ad andare a voucher».

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