Giovedì 18 Aprile 2024

Blitz contro Visco, ombre sulla Boschi. "Nascose a Gentiloni parte del testo"

Il sospetto: tacque sulla richiesta di discontinuità. Ma Gentiloni la blinda

Paolo Gentiloni e Maria Elena Boschi (Ansa)

Paolo Gentiloni e Maria Elena Boschi (Ansa)

Roma, 20 ottobre 2017 - Gentiloni, alla fine, l’ha difesa: "Piena fiducia in Maria Elena Boschi", quasi che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio ci fosse finita per caso nell’affaire ‘mozione contro Bankitalia’ che ormai da tre giorni sta scuotendo il governo. Il premier, però, non aveva grande scelta se non quella, appunto, di blindare la Boschi per evitare scossoni alla vigilia di una difficile fiducia al Senato sul ‘Rosatellum’ e a ridosso della legge di Bilancio.

Solo apparenza? Può darsi. Sta di fatto che la rinnovata fiducia nulla toglie a una dinamica degli avvenimenti che raccontano, invece, di una Maria Elena Boschi, «La Mari» per il giglio magico, non solo attivissima sulla questione ‘mozione’, ma addirittura desiderosa di intestarsi l’intera operazione ‘siluro a Visco’. Raccontano, infatti, a Palazzo Chigi, che la prima stesura della mozione a firma Silvia Fregolent, deputata torinese diventata vice presidente del gruppo Pd di Montecitorio proprio grazie alla forte amicizia politica con la Boschi, sia arrivata a Palazzo Chigi, via capogruppo Ettore Rosato, nelle mani di un altro boschiano di ferro, il segretario generale Paolo Aquilanti. Che, ovviamente, l’ha subito data alla sottosegretaria che l’avrebbe avallata senza battere ciglio. E, soprattutto, senza parlare al premier del passaggio più delicato del testo: va ricordato, infatti, che in questa prima mozione si chiedeva "discontinuità" con l’attuale numero uno di Palazzo Koch. Così, alla ministra Finocchiaro che la chiama ("Ma Paolo lo sa?"), la Boschi risponde di sì. Ma, secondo fonti autorevoli, l’informazione non avrebbe riguardato la parte essenziale della mozione, fino a quando lo stesso Rosato non ha chiamato Gentiloni, per chiedere che cosa ne pensava. Davanti a un premier disorientato, Rosato ha capito che il testo era rimasto ‘impigliato’ da qualche parte. Gentiloni ha poi chiamato Renzi per avere chiarimenti e concordare i cambiamenti.

La situazione è stata ripresa, quindi, dopo una ‘revisione’ che ha portato alla rimodulazione del testo, ma solo nei toni, senza cambiare la sostanza. È infatti rimasta la richiesta di trovare "una figura più idonea" per Bankitalia, un passaggio che la Boschi ha voluto mantenere per riuscire ad allontanare da se stessa (ma anche dal segretario Renzi) il sospetto di non aver agito tempestivamente per dare giustizia agli obbligazionisti raggirati dalle banche italiane fallite negli ultimi due anni, tra cui Banca Etruria, di cui papà Boschi è stato vicepresidente. Tutto in funzione elettorale? Non solo. Per Maria Elena Boschi c’è anche qualcosa in più. La sottosegretaria sta puntando alto, lo dimostra la rete di rapporti che ormai da tempo sta stringendo, dentro e fuori il mondo politico e istituzionale. Qualcuno dice che stia preparando la successione a Matteo Renzi alla segreteria del Pd, altri già la immaginano al posto della Boldrini sullo scranno più alto della Camera nella prossima legislatura. Niente di irraggiungibile, oggi, per Maria Elena Boschi, ma le scivolate sulle mozioni di stampo grillino, di sicuro non aiutano i sogni di gloria.

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