Twitter, tracollo a Wall Street

New York, 10 ottobre 2016 - Tracollo alla Borsa di New York per Twitter: il titolo è arrivato a perdere il 14,11% (per poi chiudere a -11,54%, 17,56 dollari per azione) a seguito delle indiscrezioni sul ritiro dei papabili pretendenti all'acquisto della società. Dopo l'uscita di scena di Google, Apple e Walt Disney, anche Salesforce sembra infatti intenzionata a rinunciare all'operazione. Giovedì scorso Twitter aveva perso il 20,1% a 19,87 dollari archiviando la seduta peggiore dal 6 febbraio 2014.

Gli azionisti di Saleforce - la società californiana di cloud computing che negli ultimi giorni sembrava in pole position per l'operazione - sono contrari alla presentazione di un'offerta. Si tratta di un duro colpo per il numero uno e cofondatore di Twitter Jack Dorsey. Le pressioni in questo senso sull'amministratore delegato Marc Benioff sarebbero già cominciate da un paio di settimane. Lo stesso Benioff alcuni giorni fa aveva spiegato come le sfide di Twitter sono molto difficili da affrontare. Tantissime le email ricevute dal Ceo da parte degli investitori, preoccupati dal fatto che la società californiana possa fare un passo più lungo della gamba. Ora il no sarebbe però arrivato, nel corso di un incontro con gli azionisti in un hotel di San Francisco, da Fidelity Investment, il fondo di investimenti che rappresenta l'azionista di maggioranza di Saleforce, col 14% delle azioni.

Secondo indiscrezioni riportate dai media americani, a scoraggiare i potenziali acquirenti, che avrebbero chiesto la consulenza di banche sull'opportunità di rilevare il social network, sarebbero in particolare il rallentamento del fatturato e le difficoltà di Twitter nell'attirare nuovi utenti. La situazione appare ora in alto mare: secondo le fonti sentite, i vertici del gruppo tecnologico venerdì avevano indetto una riunione tra il Board e i consulenti esterni che dovrebbero seguire un'eventuale vendita, Goldman Sachs Group e Allen & Co, ma l'incontro è stato cancellato. Twitter ha preso in considerazione anche altre opzioni oltre alla vendita, per esempio la cessione di asset non centrali per il gruppo.