Mercoledì 24 Aprile 2024

Statali, sorpresa nello stipendio. "Bonus arretrati pronto per gennaio"

Se il contratto pubblico verrà rinnovato, arriveranno 450-500 euro

Pubblica amministrazione

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Roma, 5 novembre 2017 - Lo stipendio di gennaio prossimo dei dipendenti pubblici potrebbe contenere la sorpresa di un saldo una tantum da 450-500 euro in media come bonus-arretrati, oltre al primo aumento mensile da 85 euro medi. È questo il conto degli incrementi retributivi del rinnovo contrattuale del pubblico impiego che, dopo anni di blocco, dovrebbe vedere la luce e la firma entro la fine del 2017. A tirare le somme sono i sindacati del settore, dopo le rassicurazioni arrivate a più riprese dal ministro Marianna Madia e, prima ancora, dalla previsione delle risorse finanziarie previste dalla manovra per il 2018, che salva anche il cosiddetto bonus Renzi di 80 euro per quella fascia di dipendenti che con gli aumenti avrebbero finito per perderlo.   Le premesse ci sono, dunque, ma non bastano. La partita si sposta tutta sui tavoli con i sindacati. Negoziati rimasti in stand-by durante la messa a punto della legge di Bilancio e che ora ripartono, con l’appuntamento fissato per mercoledì 8 novembre. Le sigle del pubblico impiego torneranno all’Aran, l’Agenzia negoziale dell’esecutivo nella trattativa. A fare da apripista sono gli statali in senso stretto: i dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali e del parastato (come Inps e Inail). Ma sono pronti a partire anche i tavoli per la sanità, la scuola e gli enti locali. «Ci sono tutte le condizioni per fare molto presto», ha detto di recente il ministro Madia. E, come accennato, i fondi ci sono: lo stanziamento di 2 miliardi e 850 milioni e l’escamotage per impedire la perdita del bonus 80 euro. Da gennaio vanno messi in conto aumenti di 85 euro lordi mensili (1.105 euro annui). Poiché il rinnovo è per triennio 2016-2018, ai lavoratori spetteranno anche le somme di 2016 e 2017. E per quel periodo il totale maturato, stando ad alcune stime, è di circa 460-500 euro medi lordi (corrispondenti agli 1,2 miliardi garantiti dalle manovre precedenti). Ma parliamo di cifre che dovranno essere sbloccate in sede di trattativa.

Ma di certo con i primi scatti in busta paga c’è da attendersi anche la tranche del biennio precedente. Lo stesso Def (Documento di economia e finanza) metteva in evidenza come i rinnovi contrattuali siano «comprensivi della quota di arretrati». «Vogliamo rinnovare i contratti in tempi certi e celeri e soprattutto bene». È la posizione della leader della Fp Cgil, Serena Sorrentino. Le rivendicazioni includono anche la defiscalizzazione del welfare e della produttività: «Se avremo riscontri su questi temi, sarà possibile siglare il contratto, già nei prossimi mesi, ed erogare una tranche sulle competenze 2016-17 e una relativa all’aumento per il 2018», avvisa il numero uno della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli.

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