Venerdì 19 Aprile 2024

Spesometro, Ruffini: "Va semplificato"

Appello del direttore di Agenzia delle Entrate al Parlamento: "Cadenza semestrale e invio solo dei dati essenziali" Spesometro 2017, istruzioni. Le 10 cose da sapere

Il direttore di Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini - Ansa

Il direttore di Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini - Ansa

Roma, 17 ottobre 2017 - Sos spesometro: va modificato. A lanciare l'appello al Parlamento è Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate in audizione davanti alla commissione Finanze della Camera. Ruffini a gran voce chiede una semplificazione del meccanismo - divenuto l'incubo di molti - all'indomani della scadenza del primo invio. Oltretutto già al primo banco di prova il nuovo spesometro ha mostrato diverse criticità, non solo per le falle del sistema informatico.

Ma cosa servirebbe?  Uno spesometro 'light', efficace senza essere vessatorio nei confronti dei contribuenti. Ovvero, come minimo, serve una comunicazione dei dati "non più con la cadenza attuale ma semestrale" e una semplificazione, prevedendo che "all'Agenzia delle Entrate arrivino i dati essenziali, ovvero identificativo del contribuente, imponibile e numero della fattura. Non serve niente altro".

Ruffini aggiunge: "Lo dico sommessamente  perché le leggi non le fa l'Agenzia delle Entrate". Quello che Ruffini ha in mente - e non è la prima volta che lo lascia intendere - è un fisco non 'invasivo' e in aiuto dei contribuenti. Insomma, basta con il "setacciamento" di tutti i contribuenti senza distinguo, i controlli vanno focalizzati sui "soggetti a rischio e sulle violazioni sostanziali".

Spesometro 2017, istruzioni. Le 10 cose da sapere

Ma ecco un po' di dati: ad oggi, spiega Ruffini, le comunicazioni sono arrivate per oltre 1 miliardo e 400 milioni di fatture. Per migliorare il nuovo strumento quello che intanto può fare l'Agenzia, in via amministrativa, è semplificare "l'informazione relativa ai dati anagrafici e del domicilio fiscale dei clienti dei fornitori, così come le informazioni riferite ai dati anagrafici della stabile organizzazione e dei rappresentanti fiscali. Ugualmente nel caso dei dati delle bollette doganali - ha aggiunto Ruffini - ritengo che possa essere resa facoltativa la compilazione del campo identificativo dello Stato extracomunitario di provenienza dei beni".

Per l'introduzione di "ulteriori misure volte a recepire le istanze dei contribuenti - ha specificato Ruffini - occorre uno specifico intervento normativo". Una occasione, di cui si è parlato in questi giorni, potrebbe essere quella del decreto fiscale collegato alla manovra.

Tra le indicazioni di Ruffini, oltre a rivedere le scadenze, anche quella di prevedere "la facoltà di trasmissione cumulativa dei dati delle fatture emesse e ricevute di importo inferiore a 300 euro, registrate cumulativamente", la "non applicabilità delle sanzioni per l'errata trasmissione dei dati per le comunicazioni effettuate per il primo semestre 2017, a condizione che i dati esatti siano trasmessi entro il 28 febbraio 2018".

Per Ruffini si può anche pensare all'esonero dall'obbligo per alcuni soggetti, come "i produttori agricoli con volume di affari non superiore a 7mila euro, esonerati dagli obblighi documentali e contabili" (oggi sono esonerati solo i produttori delle comunità montante), o l'esonero "per le amministrazioni pubbliche dall'obbligo di trasmissione dei dati delle fatture emesse verso i consumatori finali".

"Se ci aiutate con una norma simile - conclude il direttore dell'Agenzia delle Entrate - aiutiamo milioni di contribuenti e imprese a svolgere il loro ruolo di contribuenti l'Agenzia delle Entrate a svolgere il suo ruolo di agenzia".

I COMMERCIALISTI: TORNIAMO AL VECCHIO - "Le dichiarazioni del direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini sono positive e condivisibili, dal momento che muovono con forza nella direzione di una sostanziale semplificazione dell'adempimento. Ma dopo le vicende disastrose dell'ultimo mese che hanno tenuto commercialisti e contribuenti nel caos, crediamo sia meglio per tutti ripristinare il vecchio spesometro", commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani.

"Siamo convinti - spiega Miani - che per quanto lo si possa semplificare, il cosiddetto nuovo spesometro resterebbe comunque di una complessità abnorme, un unicum nei Paesi a economia avanzata. Con il ritorno al vecchio spesometro, del resto, non verrebbe certo meno l'efficacia dell'attività di contrasto all'evasione". Miani, che sarà a sua volta audito domani dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria, afferma infine che "in ogni caso la cadenza dell'adempimento dovrebbe essere annuale, non trimestrale e neppure semestrale, come proposto oggi da Ruffini".

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