Venerdì 19 Aprile 2024

Convenzione finita, Caf in tilt. "Sospendiamo il servizio Isee"

Stop dal 15 maggio. I centri: non lavoriamo gratis

Caf in tilt (grafico Qn)

Caf in tilt (grafico Qn)

Roma, 27 aprile 2017 - «SIAMO stanchi di lavorare gratis». I Caf incrociano le braccia: non uno sciopero, ma la sospensione del servizio Isee a partire dal 15 maggio. Una decisione assunta all’unanimità dai responsabili dei Centri di assistenza fiscale riuniti in assemblea per alzare il pressing verso Inps e ministero del Lavoro sul rinnovo della convenzione scaduta lo scorso 31 dicembre 2016. Dopo quattro mesi di lavoro gratuito e impegni non mantenuti, a fronte di un impegno crescente, hanno deciso passare alle maniere forti. «L’Indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare – racconta un responsabile Caf – è diventato uno strumento sempre più complesso, il ministero del Lavoro ci sta puntando anche per gli interventi di lotta alla povertà che dovrebbero interessare nel primo anno almeno circa 400/500mila nuclei familiari». Insomma, «è paradossale che non si rafforzi questo strumento anche dal punto di vista dei costi di funzionamento».

NON PARLIAMO di grandi cifre, la convenzione è scaduta il 31 dicembre scorso e stanziava 76 milioni di euro per il 2016. «Otto euro in media per pratica», spiegano dai Caf, ampiamente al di sotto dei 23,81 euro, che rappresentano il costo industriale medio. Nei primi 3 mesi del 2017 sono stati oltre 2,5 milioni i nuclei familiari che si sono rivolti ai loro sportelli per predisporre ed inviare al’Inps la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) necessaria alla certificazione Isee, il 25% in più dello stesso periodo 2016. Con una media di 30 minuti per elaborare una dichiarazione, sono state circa 160mila le giornate lavorative per assicurare il servizio Isee su tutto il territorio nazionale, con un costo complessivo a carico dei Caf di oltre 50 milioni di euro. Numeri destinati ad aumentare visto che l’Inps stima per il 2017 un aumento delle certificazioni Isee di circa il 20%, che porterebbe il numero dei nuclei familiari che ricorrono al’Isee a oltre 6,5 milioni rispetto ai 5,4 del 2016.

ORA l’Istituto di previdenza vorrebbe tagliare i fondi «del 30% rispetto al valore economico medio dell’anno precedente», motivo per cui i numerosi incontri di questi primi mesi dell’anno si sono risolti in un nulla di fatto. Proposte che «non tengono conto della disponibilità dimostrata», cioè i quattro mesi di lavoro gratuito e un servizio che viene accettato, «nonostante sia sotto costo, in funzione della sua utilità sociale». Rassicurazioni sarebbero arrivate dal ministero lo scorso dicembre ma l’esito del referendum rimescolò l’agenda politica e i Caf rimasero a bocca asciutta. Non solo. I Caf aderenti alla Consulta hanno evidenziato «i rischi connessi all’erogazione del servizio Isee in totale assenza di convenzione», per l’inosservanza delle disposizioni in materia di sicurezza dei dati, adempimenti e responsabilità nei confronti degli interessati, dei terzi e dell’Autorità Garante per la privacy. In una nota diffusa ieri, la Consulta parla di una «sospensione a tempo indeterminato». Naturalmente, dicono i Caf, «speriamo di giungere a un accordo nei prossimi giorni per evitare di recare disagi ai cittadini».

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