Pensioni, addio alla ricongiunzione onerosa

Cumulo, misura per aiutare la flessibilità nelle uscite Pensioni, ecco le novità. Cresce la quattordicesima

Pensioni (Newpress)

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Roma, 5 settembre 2016 - Chi ha versato contributi previdenziali in diverse gestioni e dal 2010 è costretto a pagare fior di quattrini per ottenere la pensione, potrà contare, con la manovra in arrivo, su una nuova àncora di salvataggio. 

IN CANTIERE c’è, infatti, l’ampliamento del cosiddetto «cumulo» dei contributi: che consiste nella possibilità di sommare gratuitamente spezzoni di versamenti in modo da raggiungere le condizioni minime per il pensionamento. Una misura alla quale il ministro Giuliano Poletti ha accennato più volte: «Le ricongiunzioni onerose sono un’ingiustizia incredibile». Per rendersi conto della novità in arrivo, è necessario fare un passo indietro. Nel 2010 furono rese onerose le ricongiunzioni (verso l’Inps) che fino a allora erano state gratuite. L’intervento fu deciso perché essendo stata incrementata l’età pensionabile delle lavoratrici pubbliche si voleva impedire che queste passassero all’Inps per godere di uno sconto sull’età. L’effetto, però, fu drammatico, tanto da impedire ogni forma di ricongiunzione gratuita.

IL GOVERNO Monti introdusse una prima correzione. Fu previsto il cosiddetto cumulo: in pratica, è possibile sommare i diversi periodi contributivi per accedere alla pensione, ma ogni ente paga il proprio pezzo secondo il proprio metodo di calcolo. Solo che la possibilità è valida per la pensione di vecchiaia (non per quella anticipata) e solo quando non si siano raggiunti i 20 anni di versamenti in nessuna gestione. Due limiti rilevanti che hanno impedito a tantissimi lavoratori di conquistare la pensione e che la proposta in cantiere punta a eliminare. Come? Prevedendo che si possa effettuare il cumulo anche nel caso in cui si sia raggiunto il requisito minimo in una gestione e che la somma dei contributi possa essere utilizzata sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata. In questa stessa direzione, per di più, va la proposta Damiano-Gnecchi presentata in Commissione Lavoro alla Camera.

SE COSÌ fosse, verrebbe meno la strada obbligata della ricongiunzione onerosa: e anche questo finirebbe per diventare un ulteriore elemento di flessibilità nelle uscite. Un’operazione già tentata lo scorso anno dal ministro Poletti, con un emendamento ad hoc, che però la Ragioneria dello Stato bloccò all’ultimo momento, ipotizzando la mancanza di copertura per l’operazione. Un ostacolo che quest’anno dovrebbe essere superabile.

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