Mercoledì 24 Aprile 2024

Pensioni, niente aumento dell'età per 15 categorie. Ecco quali

Siderurgici e marittimi tra i lavori gravosi. Sindacati delusi

Operaio al lavoro (foto di repertorio)

Operaio al lavoro (foto di repertorio)

Roma, 8 novembre 2017 - Esenzioni dall’aumento dell’età pensionabile per 15 categorie di lavoratori fino al 2026: le undici dell’Ape sociale e, in più, operai agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori. In tutto 15-20 mila persone. E, in aggiunta, la costituzione di una commissione mista per verificare – entro giugno-settembre 2018 – la praticabilità di una differenziazione dei requisiti previdenziali sulla base delle mansioni svolte: una sorta di lavoro che fai, pensione che hai. Senza rinviare, però, il decreto ministeriale atteso per le prossime settimane per l’innalzamento a 67 anni dell’età dal 2019. È questa, come anticipato nei giorni scorsi, la proposta ufficiale e complessiva calata dal governo sul tavolo del confronto con i sindacati. Una soluzione che, almeno per ora, i dirigenti di Cgil e Uil considerano «troppo poco» rispetto alla richiesta-chiave di rinviare di sei mesi l’adeguamento della soglia anagrafica di accesso alla pensione.

Nessun blocco dell’automatismo che lega speranza di vita e requisiti previdenziali: il governo, insomma, mantiene il punto. E, d’altra parte, in questa direzione proprio ieri sono andati i moniti dei tecnici di Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di Bilancio. Va bene individuare soluzioni per le situazioni di effettivo disagio senza però compiere passi indietro sulle riforme che hanno consentito di mettere in sicurezza i conti pubblici. «È importante non tornare indietro», insiste il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini. Dunque è una «priorità assoluta» quella di «mantenere, preservare e difendere l’equilibrio ottenuto con le riforme pensionistiche del passato». Stessa ricetta per il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi, e per quello dell’Upb, Giuseppe Pisauro: «Si possono fare tutti gli interventi che si vogliono ma bisogna trovare le risorse sostitutive». Sarà forse per questo che, davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha chiuso sul superticket della sanità: «Non mi pare che ci siano spazi per eliminarlo».

Tornando alle pensioni, il numero uno dell’Inps, Tito Boeri, da sempre contrario allo stop, lancia l’ipotesi di adeguamenti annuali dei requisiti, spiegano che comunque l’Inps entro giugno potrebbe fornire i dati sulla mortalità delle differenti categorie di lavoratori per differenziare la dinamica dell’età pensionabile. Ed è proprio su questo terreno che si muove il governo, mettendo in campo una commissione con Inps, Istat, Inail i ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Economia e forse anche i sindacati, «che lavori fino a giugno o anche settembre» per calcolare le differenze nella speranza di vita in base al lavoro che si svolge.

LE CATEGORIE INTERESSATE - Quel che di concreto c’è per l’immediato è, invece, la previsione del blocco dell’età per le categorie dell’Ape social: operai edili, autisti di gru e di macchine per l’edilizia, conciatori, macchinisti e personale viaggiante, autisti di mezzi pesanti e camion, infermiere e ostetriche ospedaliere turniste, badanti, maestre d’asilo, facchini, personale addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici. Ma a queste si aggiungono le categorie dei marittimi, dei lavoratori siderurgici, degli operai agricoli e dei pescatori. I requisiti al momento indicati dal governo al tavolo sono 36 anni di contributi e avere svolto la mansione gravosa per almeno sei anni continuativi nell’arco degli ultimi sette. Si tratta di una platea di 15-20mila persone, per circa il 10% dei pensionamenti stimati per il 2019.

L’esenzione – e dunque la conferma dell’età attuale a 66 anni e 7 mesi – di fatto varrebbe effettivamente dal 2019-2020, perché per il 2018 almeno le 11 categorie dell’Ape social possono comunque andare via a 63 anni, con tre anni e 7 mesi di anticipo.

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