Pensioni, governo propone tetto di 3 mesi agli scatti. Ma l'intesa non c'è

Nuovo incontro martedì. Cgil annuncia mobilitazione. Il ministro: "Agiremo all'interno dei vincoli di bilancio"

Pensioni, il tavolo tra Governo e sindacati (Ansa)

Pensioni, il tavolo tra Governo e sindacati (Ansa)

Roma, 18 novembre 2017 - Niente fumata bianca sulle pensioni. L'accordo non è stato ancora trovato: governo e sindacati, dopo l'incontro  di questa mattina, si sono dati appuntamento a martedì 21 novembre. Il tavolo, con al centro la questione dell'innalzamento dell'età di uscita legato all'aspettativa di vita che, dal 2019, porterà l'asticella a 67 anni,  si è chiuso all'ora di pranzo. "Nei prossimi, pochissimi, giorni metteremo a punto ulteriormente le proposte - ha detto il ministro Pier Carlo Padoan al termine del tavolo -, anche su richiesta delle organizzazioni sindacali, nell'ambito di un pacchetto e di un quadro di risorse che deve rimanere compatibile con il più ampio orientamento della legge di Bilancio".

LE PROPOSTE DEL GOVERNO -  Ancora nessuna intesa, nonostante Gentiloni e i suoi abbiano messo sul piatto diverse proposte per arricchire il pacchetto e trovare l'accordo.  A cominciare dalla revisione "strutturale" del meccanismo di calcolo della speranza di vita a cui si adegua l'età pensionabile.  Dal 2021 si potrebbe considerare non solo la media del biennio confrontato con il precedente (e non più lo scarto secco) ma anche fissare un "limite massimo di tre mesi" per ogni futuro rialzo. Se si dovesse registrare un incremento superiore, sarebbe riassorbito nell'adeguamento successivo. L'obiettivo sarebbe quello di "garantire un andamento più lineare".

Altre due novità messe sul piatto dal governo:  l'estensione delle esenzioni delle categorie definite gravose anche alle pensioni di anzianità (e non solo a quelle di vecchiaia) e l'istituzione di un fondo per i potenziali risparmi di spesa con l'obiettivo di consentire la proroga e la messa a regime dell'Ape sociale. Con una promessa ai sindacati: se dite sì varo l'intero pacchetto.

Al tavolo erano seduti il premier Paolo Gentiloni e i ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Per i sindacati presenti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo

Pensioni, le proposte del governo sull'età

La Cgil è pronta per la piazza - di CLAUDIA MARIN

LE REAZIONI -  Il Governo non nasconde la sua amarezza per i risultati dell'incontro. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rimarca gli sforzi fatti, con "un pacchetto importante che contiene misure che migliorano la posizione pensionistica dei lavori", e "raccoglie con rammarico il fatto che i sindacati hanno opinioni diverse sulla bontà pacchetto proposto: la Cisl, ce ne rallegriamo, ha espresso condivisione, la Cgil invece ha un'opinione di segno opposto, una posizione intermedia da parte della Uil". E il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: "Abbiamo inserito la possibilità dell'istituzione di un fondo per destinare i risparmi di spesa all'Ape sociale, rispetto alla discussione di una settimana fa c'è stata un'implementazione delle nostre proposte. Coerentemente con l'impegno del verbale firmato abbiamo voluto continuare con quel lavoro". 

Quanto ai sindacati, la più dura è Susanna Camusso: "Noi riteniamo che il governo abbia perso un'occasione per dare una risposta sui giovani - dice la leader Cgil - perché una prospettiva previdenziale per le nuove generazioni significa porsi il tema anche della continuità del sistema". Secondo Camusso è stata "persa un'occasione anche sulle donne" e sul riconoscimento del lavoro di cura. Insomma: "ci sono le condizioni per dare un giudizio: la valutazione di grande insufficienza che avevamo anticipato viene confermata. Il quadro non risponde alle richieste e agli impegni assunti da parte del governo". E di fronte alla indisponibilità del governo ad affrontare le ingiustizie del sistema, ci sarà "la mobilitazione che la mia organizzazione nelle prossime ore deciderà".

Diversa la posizione della leader Cisl Annamaria Furlan: "I due nuovi aspetti aggiunti oggi dal presidente Gentiloni sono per noi assolutamente importanti e di non poco conto - dichiara -  Ci sono ancora alcune cose che vanno chiarite meglio e corrette nel documento del governo, ma per la Cisl è doveroso cercare di portare a casa nella legge di bilancio risultati solidi per i lavoratori, sapendo che siamo alla fine della legislatura". E conclude: "Oggi noi diamo qualche risposta a chi non ne avrebbe. Non affidiamo in mare aperto quello che oggi possiamo portare oggi in sicurezza. Non spetta ad altri o a chi arriverà in futuro". Promuove a metà il Governo il leader Uil Carmelo Barbagallo: "Alcuni aspetti sono positivi, altri meno, altri ancora sono da approfondire. Vorremmo che fossero fatte alcune correzioni al testo e che ci fossero chiariti alcuni aspetti sulle risorse e in particolare su giovani e donne". 

GENTILONI - In apertura di tavolo il premier Gentiloni si era speso molto per convincere i sindacati ad accettare il pacchetto del Governo: "Vi chiediamo di sostenerlo", aveva chiesto espressamente sottolineando di aver messo sul tavolo "misure doverose" perché è "giusto che vengano attenuati alcuni effetti nell'applicazione e nel metodo di calcolo dell'aspettativa di vita". "Sono tutte cose sacrosante, di equità sociale e giuste in sè - avrebbe sottolineato - altre misure le abbiamo messe sul lavoro. Il nostro impegno è scommettere su questa impostazione. E' un pacchetto molto rilevante che fa parte di una legge di bilancio che sia pure nella delicatezza delle risorse prevede misure per il pubblico impiego, per i giovani e per la povertà"

FORNERO - "L'elettore medio non è un giovane e i politici pensano alle persone di una certa età. Per di più c'è un riflesso condizionato per cui si ritiene che la spesa sociale sia quasi del tutto orientata sulle pensioni. Siamo al paradosso per cui si dice che dobbiamo aumentare le pensioni perché i nonni possano aiutare nipoti e figli. Noi invece dobbiamo aiutare i giovani a trovare un lavoro possibilmente ben pagato: i nonni si dedichino a fare i nonni", afferma Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro, in un'intervista al Mattino in merito al Rapporto Caritas sulla povertà giovanile. "Classi di età anziane - evidenzia Fornero - hanno mantenuto se non migliorato la loro condizione e tutto questo si è scaricato sui giovani. Il sistema pensionistico è un patto tra generazioni per il modo in cui è stato costruito. Il problema è che ci sono relativamente pochi lavoratori attivi e molti che al contrario sono in pensione anche perché magari vi sono andati in età giovane: questo rapporto inizia a squilibrarsi e questo è l'allarme demografico", spiega Fornero. 

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COTTARELLI -  I rischi per il sistema pensionistico italiano "sono significativi e non lasciano spazio a un annacquamento delle riforme pensionistiche degli ultimi anni", ritiene il direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici dell'Università Cattolica Carlo Cottarelli, sottolineando come "ogni aggiustamento apportato al sistema pensionistico dovrebbe essere compensato da revisioni in senso opposto di altri aspetti del sistema, per non aggravare ulteriormente il resto del bilancio pubblico".

Alla luce del dibattito sulle pensioni, Cottarelli vede il rischio che "variazioni minori, ma continue, della normativa pensionistica, quali quelle verificatesi negli ultimi anni, portino, nel tempo, a un sostanziale stravolgimento delle passate riforme". A suo avviso "le riforme delle pensioni degli ultimi anni sono state inevitabili per contrastare due tendenze demografiche: l'aumento dell'aspettativa di vita, con gli attuali sessantacinquenni che hanno un'aspettativa di vita di 20,7 anni, contro 15,3 anni per chi raggiungeva questa età nel 1980, e il crollo nel tasso di natalità, ben al di sotto di quanto necessario per mantenere la popolazione costante". "Attualmente - spiega - siano a 1,37 figli per donna". Il risultato è che "il numero di anziani che dovrà essere sostenuto da ogni 100 persone in età lavorativa salirà dall'attuale 37 a 62 nei prossimi trent'anni".  

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