Mercoledì 24 Aprile 2024

Pensioni, l'accordo si allontana. La Cgil si prepara già per la piazza

Oggi l'incontro finale governo-sindacati. Apertura solo dalla Cisl

Pensioni, stretta di mano tra Gentiloni e Camusso prima del tavolo (Ansa)

Pensioni, stretta di mano tra Gentiloni e Camusso prima del tavolo (Ansa)

Roma, 13 novembre 2017 - Non ci sarà , molto verosimilmente, nessun accordo da firmare sulle pensioni perché fin dalla vigilia il premier Paolo Gentiloni sa che non potrà contare sul sì della Cgil. E, dunque, l’obiettivo del governo, nel summit decisivo di questa mattina con i vertici sindacali, sarà quello di consegnare un verbale con la proposta previdenziale complessiva, per ottenere quantomeno un giudizio favorevole dalla Cisl e un mezzo via libera dalla Uil. Proposta che non si discosterà più di tanto da quella messa in campo nei giorni scorsi, con l’aggiunta, probabilmente, dell’estensione dell’Ape social alle quattro nuove categorie di lavori gravosi: operai agricoli e siderurgici, marittimi e pescatori. Per la proroga del meccanismo al 2019 si vedrà, a meno di aperture dell’ultima ora, con la manovra del prossimo anno.

Pensioni, le proposte del governo sull'età

Il giorno prima dell’incontro finale è segnato dalla conferma della mobilitazione da parte della Cgil. "Mancano proposte per i giovani e si rincorre l’aspettativa di vita. Se il governo si ripresenta con le ipotesi dell’altro giorno, le distanze sono molto significative e la mobilitazione sarà inevitabile". Susanna Camusso avvisa che il 2 dicembre è una data possibile per scendere in piazza. E fare pressioni sul Parlamento non solo perché recepisca il pacchetto pensioni del governo (come ha annunciato Magda Zanoni, la relatrice alla legge di Bilancio), ma perché lo cambi.

Più aperturiste le posizioni della Cisl e della Uil, anche se da quest’ultima confederazione arriva un pacchetto rilevante di modifiche che difficilmente potranno essere accolte. E, dunque, alla fine della fiera è verosimile che Gentiloni e suoi ministri consegneranno un documento articolato sulle sette proposte anticipate. L’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni dal 2019 rimane, dunque, fermo. Ma vengono esentate 15 categorie di lavoratori con attività gravose: le undici dell’Ape social più altre quattro. Poi si avvia una commissione tecnico-politica per verificare la fattibilità di ulteriori differenziazioni dei requisiti in relazione al tipo di lavoro svolto. Dal 2021, poi, si utilizzerà un meccanismo più soft per il calcolo della speranza di vita, dunque per la definizione dei nuovi scatti di età.

L’esecutivo conferma anche che verranno riutilizzati i fondi non spesi per l’Ape social e per l’anticipo per i precoci, oltre al miglioramento del Fis (fondo integrazione salariale). Così come il sostegno alla previdenza integrativa dei lavoratori pubblici. Il tutto basato su una dote di 300 milioni.

In ballo, però, ci sono altre due ipotesi di allargamento delle maglie: la possibilità di estendere l’Ape gratuito anche alle quattro categorie nuove e la previsione di 30 anni di contributi invece di 36 per l’accesso all’Ape e per lo sconto sull’età pensionabile. Bisogna vedere, infine, se l’esecutivo inserirà un capitolo giovani nel pacchetto di misure.

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