Pensioni anticipate, troppe domande Ape. I soldi non bastano

A dodici giorni dalla scadenza raggiunto il tetto di 60mila richieste

Pensioni anticipate, una foto di repertorio (ansa)

Pensioni anticipate, una foto di repertorio (ansa)

Roma, 4 luglio 2017 - Mancano dodici giorni alla scadenza (fissata al 15 luglio prossimo) delle domande dell’Ape social e del pensionamento anticipato per i lavoratori precoci e il numero delle istanze presentate ha raggiunto già il tetto previsto dal governo di 60 mila richieste. Tanto che non è da escludere che alla fine della corsa si possa arrivare ben oltre quota 100 mila o addirittura 120 mila. Un vero e proprio boom che, però, potrebbe determinare, a meno del reperimento di nuove risorse, un effetto boomerang per la metà dei potenziali candidati, che, proprio per mancanza di copertura finanziaria, rischiano di rimanere al palo. Tanto l’Ape social quanto l’anticipo con 41 anni di contributi per i precoci (che sono coloro che hanno cominciato a lavorare durante la minore età, fino ai 19 anni) sono strumenti gratuiti per i destinatari: disoccupati, lavoratori disabili o che assistono familiari disabili, lavoratori che hanno svolto attività gravose per almeno sei anni (operai edili, autisti di mezzi pesanti, maestre d’infanzia, operatori ecologici, infermieri di sala operatori, per citare alcune categorie).

Pensioni, scoppia la grana cumulo. Si rischia un buco di due miliardi

SI SPIEGA, dunque, come risultino ampiamente appetibili per i potenziali beneficiari. In pratica, permettono di andare in pensione in anticipo rispetto all’età standard o ai requisiti contributivi ordinari di pensionamento. E per giunta senza penalità. Da qui la corsa a presentare la domanda per ottenere queste prestazioni. Tant’è che, secondo le ultime rilevazioni, sempre provvisorie, fino agli inizi di luglio all’Inps sono arrivate circa 60 mila istanze. In testa alla classifica la Lombardia, seguita dal Veneto, dalla Sicilia, dal Lazio, dalla Toscana, dall’Emilia- Romagna, dal Piemonte.

IL PROBLEMA è che, con questo trend (che per di più appare crescente nel ritmo quotidiano e che si intensificherà a ridosso della scadenza), è agevole ipotizzare che si andrà ben oltre il limite di 60 mila fissato dal governo al momento della definizione della norma: un limite a cui corrisponde la copertura finanziaria di 300 milioni di euro per l’Ape e di 360 per l’anticipo per i precoci. Dunque, i soldi a disposizione non basteranno per finanziare l’accoglimento di tutte le possibili domande.

A QUEL punto che cosa accadrà? I richiedenti entreranno in una graduatoria che l’Inps predisporrà entro il 15 ottobre. Il criterio utilizzato per stilare la classifica non sarà quello cronologico della data di presentazione della domanda, ma si farà ricorso a quello dell’età del pensionando. In pratica, la prestazione o la pensione anticipata verranno attribuite innanzitutto a coloro che saranno più vicini all’età per la pensione di vecchiaia (67 anni e 7 mesi in generale, salvo eccezioni per le donne del privato). Una tagliola che determinerà la conseguenza che circa la metà dei possibili interessati resterà fuori e dovrà attendere il 2018 per ottenere l’anticipo. Anche se a quel punto si aprirà la nuova finestra per coloro che avranno maturato i requisiti dopo il 15 luglio 2017 e che si candideranno a conquistare i posti in palio nel 2018.

SIAMO in presenza, insomma, di una vera corsa a ostacoli che lascerà indietro o fuori qualche migliaio di potenziali beneficiari. E questo senza contare le difficoltà interpretative e compilative che stanno incontrando gli stessi esperti dei patronati per la compilazione delle domande di Ape e di uscita anticipata. Un versante, questo, che potrà avere effetti anche sull’accoglimento delle domande perché gli eventuali errori comporteranno l’esclusione dalla partita.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro