Sabato 20 Aprile 2024

Conti pubblici, l'Ue all'Italia: "Manovra da 3,4 miliardi". Padoan: "Stupito"

La Commissione Europea chiede un correttivo pari allo 0,2% del Pil. Il Mef: "Già avviati contatti per evitare la procedura di infrazione". E il ministro dell'Economia: "Vedremo se adottare misure ulteriori"

Pierre Moscovici e Carlo Padoan (Ansa)

Pierre Moscovici e Carlo Padoan (Ansa)

Bruxelles, 16 gennaio 2017 - La Commissione Europea potrebbe inviare oggi una lettera all'Italia in cui chiede al Governo di assumere impegni precisi sulla correzione dei conti entro il 1° febbraio, data della pubblicazione delle nuove previsioni economiche. Secondo quanto si apprende il 'gap' da colmare per rispettare gli accordi sulla riduzione del deficit strutturale è pari allo 0,2% del Pil, ovvero 3,4 miliardi, quindi già uno 'sconto' rispetto alla differenza di 0,3% evidenziata a novembre nell'opinione sulla legge di stabilità.

Tuttavia fonti del Ministero dell'Economia e delle Finanze fanno sapere che in questi giorni "sono in corso contatti con la Commissione per valutare i passi opportuni per evitare l'apertura di una procedura di infrazione e al tempo stesso scongiurare il rischio che interventi restrittivi sul bilancio compromettano la crescita riavviata nell'economia nazionale a partire dal 2014 ma ancora debole". 

Le fonti del Mef ricordano che l'Eurogruppo del 5 dicembre scorso ha invitato il nostro Paese "a fare passi utili ad assicurare che il bilancio 2017 risulti conforme alle regole del Patto di stabilità e crescita". Passi "cruciali per evitare l'apertura di una procedura di infrazione a causa dell'elevato livello di debito pubblico". 

Il Governo italiano, aggiungono le fonti, ha già ricordato che il percorso di riduzione del rapporto debito/pil, stabilizzatosi rispetto alla tendenza degli ultimi 8 anni, non registra ancora "un'adeguata propensione alla contrazione" a causa di due fattori "fuori dal controllo del Governo". Uno è l'andamento dei prezzi negativo "che incide sull'andamento nominale del prodotto interno lordo", e proprio oggi l'Istat ha confermato che in media nell'anno 2016 i prezzi al consumo hanno registrato una variazione negativa (-0,1%) come non accadeva dal 1959. L'altro fattore è rappresentato dalle "condizioni avverse dei mercati finanziari che non hanno reso possibile la cessione di beni del patrimonio dello Stato a condizioni adeguate", visto che "è intenzione del Governo evitare di svendere asset nazionali".

Lo stesso ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, è intervenuto sull'argomento al Tg3, affermando di essere "un po' stupito"  dalla revisione al ribasso delle stime del Pil per l'Italia da parte del Fondo monetario "perché le ragioni addotte per una crescita più bassa sono più incertezza politica, difficile da argomentare dopo il referendum e con un governo in continuità con il precedente, e problemi con le banche". Il ministro ha aggiunto che "anche qui sono state prese misure per fronteggiare" alcune situazioni bancarie "che non sono preoccupanti". Padoan ha anche affermato: "Vedremo se sarà il caso di prendere misure ulteriori per rispettare gli obiettivi". Il ministro ha anche precisato le ragioni per cui il "debito troppo alto" non ha ancora cominciato a scendere: "Siamo stati in deflazione nel 2016 e le condizioni di mercato non hanno consentito di completare il programma di privatizzazioni. Tale programma quest'anno prenderà di nuovo quota e inoltre ci aspettiamo una crescita più elevata anche dal punto di vista nominale".

A proposito dei 20 miliardi messi in campo dal governo per fronteggiare la crisi del settore bancario, Padoan ha sottolineato che "sono più che abbondanti se si tiene conto di quali sono effettivamente i punti delicati del sistema bancario italiano, che peraltro sta dimostrando segni di vitalità e sta migliorando". Ha voluto anche spiegare che le misure del governo a favore delle banche "aumentaranno il debito in misura temporanea. Sono misure di carattere precauzionale che saranno restituite agli italiani quando il governo, lo Stato, una volta completato il piano di ristrutturazione delle banche in cui entrerà, potrà rivendere le partecipazioni e io sono convinto che lo farà con profitto".

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