Manovra finanziaria, verso l'approvazione. Bonus per neomamme e nidi

Assunti settemila medici e infermieri. Allarme ticket: all'aumento del fondo sanitario mancherà un miliardo

Il premier Renzi e il ministro Padoan (Ansa)

Il premier Renzi e il ministro Padoan (Ansa)

Roma, 15 ottobre 2016 - Dalla maternità al condominio, per le famiglie la prossima legge di Bilancio non porterà grandi rivoluzioni, ma una serie di bonus. A partire dal premio ‘future mamme’, che le coppie potrebbero ricevere mentre aspettano un figlio: 800 euro destinati a far fronte alle prime spese e alla diagnostica.

Dopo la gravidanza scatterebbe il buono nido, 1.000 euro l’anno per i bambini da zero a tre anni per tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito. Due misure che affiancherebbero il rinnovo del bonus bebé, che già prevede 80 euro al mese per i bambini da zero a tre anni ma riguarda solo chi ha un basso reddito.

Polizia e sanità, concorso per 10mila

Un pacchetto da 300-400 milioni messo a punto dal ministro Enrico Costa (Ap) che potrebbe non rientrare per intero nella manovra e che si affiancherà alla prosecuzione del piano anti-povertà. Nelle ultime, frenetiche, ore prima del consiglio dei ministri di oggi, le riunioni si susseguono per limare i dettagli (e le poste di bilancio) in virtù delle coperture e degli ‘zerovirgola’. Tra le conferme dovrebbe esserci anche il bonus (molto amato dal premier) da 500 euro per le spese in cultura dei 18enni. Dovrebbe arrivare anche un fisco ‘più amico’, con la scomparsa di Equitalia (che potrebbe venire assorbita nell’Agenzia delle entrate) e una nuova sanatoria sulle cartelle. Una norma ordinamentale (quindi incompatibile con la manovra) che potrebbe viaggiare come collegato insieme a una riforma fiscale più complessiva (catasto, processo tributario e semplificazioni varie), oppure rientrare in tandem con la rottamazione delle cartelle, cioè il piano del viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti, che prevede l’eliminazione di sanzioni e interessi con un aggio forfettario del 3% da pagare a rate. Un’operazione che porterebbe nelle casse dello Stato un miliardo di risorse fresche.

Tutte misure che hanno l’obiettivo di riattivare la domanda interna e dare una boccata d’ossigeno al ceto medio dopo il bonus 80 euro. Un capitolo che, insieme alle pensioni e al rinnovo del contratto degli statali, vale oltre tre miliardi. E proprio il pubblico impiego resta uno dei fronti più caldi della manovra: per il rinnovo dei contratti dovrebbero arrivare altri 600 milioni, oltre ai 300 stanziati lo scorso anno, cifra ritenuta insufficiente dai sindacati. Il premier ha assicurato che «ci sarà un segnale» anche per il turn over differenziato nella Pubblica amministrazione, con concorsi per stabilizzare 3mila medici precari e 4mila infermieri. Ma le Regioni sono già sul piede di guerra, visto che il Fondo sanitario nazionale sarà probabilmente aumentato di un miliardo in meno del previsto (a 112 miliardi). Il rischio è che, alla resa dei conti, vengano incrementati i ticket. Infine, per far fronte all’ondata di esuberi del settore bancario (si parla di 50mila nel prossimo triennio), il governo metterà sul piatto 100 milioni per gli ammortizzatori sociali.

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