Manovra, piano giovani sul piatto 2 miliardi per tagliare il cuneo

Sconto fino a 4.000 euro per 3 anni su ogni addetto. Più altri tagli dei contributi

Giovani e lavoro (Dire)

Giovani e lavoro (Dire)

Roma, 8 agosto 2017 - Dimensioni, durata, limiti sono da definire e dipenderanno dall’ammontare delle risorse disponibili. Ma una delle poche certezze sulla prossima manovra è che il governo taglierà il cuneo contributivo sulle nuove assunzioni stabili dei giovani. Con l’obiettivo di rendere permanente, in parte, la riduzione del costo del lavoro.  Un’operazione attesa dalle imprese che l’hanno ripetutamente invocata, a cominciare dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ma che, secondo più di un esperto, dovrà essere ben congegnata per evitare che ‘cannibalizzi’ il contratto di apprendistato. Tanto che il consigliere economico di palazzo Chigi, Marco Leonardi ha messo le mani avanti, spiegando che lo sconto si potrà sommare a quello previsto per l’apprendistato, fino ad arrivare a 6 anni di minori contributi.   Secondo le anticipazioni più recenti, confermate dallo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il taglio dei contributi potrebbe arrivare al 50% per i primi tre anni: in media lo sconto sarebbe di circa 3.700-4.000 euro l’anno per ogni assunto. Inoltre il giovane, oltre alla dote iniziale, si porterebbe dietro un bonus più strutturale consistente nella riduzione di 2-3 punti della contribuzione previdenziale (dal 33 al 30-31%), sostituita da contributi figurativi a carico dello Stato, per evitare ricadute negative sulla pensione.  Quanto alla platea interessata, si punterebbe sui giovani under 35, anche se, per ragioni di costo, ci si potrebbe fermare anche a quelli fino a 29 anni. L’intervento per abbassare il costo del lavoro dei giovani avrebbe un impatto di circa 2 miliardi.

Il risparmio complessivo, per un datore di lavoro, secondo i calcoli della Uil, arriverebbe a circa 8.852 euro (il 5,2%) in 5 anni per uno stipendio di 24mila euro (retribuzione media nel privato). In totale il costo, in 5 anni, si abbasserebbe da 171 a 162mila euro.  Per i primi due anni il risparmio sarebbe di 3.706 euro l’anno, mentre dal terzo anno (ma per sempre) lo sconto sarebbe di 480 euro annui (2% in meno l’anno). Sempre secondo lo studio della Uil, se il taglio strutturale fosse del 3%, su uno stipendio di 12mila euro si avrebbe un minor costo di 360 euro annui, su una retribuzione di 20mila, di 600 euro, su una di 24mila, di 720 e su una di 35mila, di 1.050 euro.    Di certo, anche i sindacati spingono per l’intervento sul costo del lavoro per sostenere le assunzioni dei giovani, il segmento più penalizzato del mercato del lavoro. «Servono misure strutturali per incentivare le assunzioni dei giovani, purché siano mirate e premiali – ha insistito il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy –. I buoni dati sull’occupazione di giugno sui due unici incentivi rimasti per il 2017 (bonus giovani e Sud) dimostrano che strumenti mirati, selettivi e vincolanti per premiare il lavoro a tempo indeterminato possono funzionare, ma vanno sempre accompagnati da politiche economiche espansive». Quanto alla concorrenza con l’apprendistato, nei casi possibili, il datore potrebbe prima assumere con questo contratto e successivamente con quello scontato.   

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro