Venerdì 19 Aprile 2024

La carta dei lavori usuranti per avere pensioni flessibili, dagli edili alle infermiere

Con la legge di Bilancio sono in arrivo misure più agevoli per lavoratori impegnati in attività pesanti o notturne. Tante ipotesi allo studio, con la soglia di 61 anni e 7 mesi per andare via.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti (Imagoeconomica)

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti (Imagoeconomica)

ROMA IL GOVERNO potrebbe giocare la carta dei lavori usuranti per introdurre, anche per questa via, un po’ di flessibilità in più nel sistema previdenziale italiano. L’operazione, anzi, potrebbe avvenire in due tempi. Con la legge di Bilancio dovrebbero arrivare l’alleggerimento dei requisiti per il pensionamento dei lavoratori impegnati in attività pesanti e notturne e l’Ape agevolata per alcune, ulteriori, categorie di lavoratori come gli operai dell’edilizia. Successivamente, però, potrebbe essere rivista tutta la materia con l’individuazione di età pensionabili differenziate a seconda del tipo di occupazione gravosa svolta. 

PER IL CAPITOLO più immediato relativo ai requisiti di accesso al pensionamento anticipato per le attuali categorie di lavori usuranti, sono tre le misure in cantiere: l’eliminazione degli incrementi dei requisiti legati all’aumento dell’aspettativa di vita; la cancellazione delle cosiddette finestre di uscita che di fatto producono un ulteriore slittamento delle uscite; la conferma del limite dei sette anni di svolgimento di quel tipo di attività per aver diritto alle regole di vantaggio. Tutti cambiamenti che produrrebbero l’effetto di rendere meno drastico, rispetto a oggi e rispetto anche alle regole già programmate per il futuro, il pensionamento per i lavoratori usurati.  Ma, per comprendere meglio le ipotesi allo studio, vediamo qual è la situazione di partenza. I lavoratori riconosciuti come impegnati in attività usuranti o in lavori notturni possono ottenere, dal 1° gennaio 2012, il pensionamento anticipato per lavoro usurante alle stesse condizioni e con le stesse regole con le quali fino al 31 dicembre 2011 si poteva andare in pensione di anzianità. Diversamente detto, le pensioni di anzianità continuano a sopravvivere tali e quali come prima, ma solo per i lavoratori addetti a attività usuranti. E il bonus, di fatto, consiste proprio in questa possibilità, che, invece, è stata cancellata per tutti gli altri lavoratori. E così, per il 2016, i requisiti di uscita sono: 61 anni di età e sette mesi e quota 97,7 (come somma tra età anagrafica e contributi). Solo che a questo va aggiunta la finestra, in pratica il periodo intercorrente tra la maturazione del requisito e l’effettiva decorrenza della pensione (12 mesi), con lo slittamento in avanti di un anno. Ebbene, questo anno in più sarebbe cancellato dalla nuova regola. Come sarebbero eliminati i futuri aumenti dei requisiti legati all’incremento della speranza di vita. E si fermerebbe a 7 anni di attività usurante negli ultimi dieci l’altra condizione chiesta per il beneficio: dal 2018, invece, senza intervento, l’attività usurante dovrebbe essere svolta per metà della vita lavorativa. 

VENIAMO, ora, al secondo profilo di innovazione, anch’esso in cantiere per la legge di Bilancio: parliamo dell’Ape agevolata per alcune categorie di lavoratori disagiati. Tra questi dovrebbero rientrare gli operai edili, i macchinisti e i conducenti di mezzi pubblici, le maestre di scuole d’infanzia, le infermiere delle sale operatorie. Per tutti prestito pensionistico a costo zero per anticipare l’uscita fino a tre anni e sete mesi. Sempre fino a una certa soglia di reddito per il momento fissato a 1200 euro netti mensili.

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