Martedì 23 Aprile 2024

Conti pubblici, Gentiloni alla Ue: "Non siamo più fanalino di coda"

Il premier risponde al monito di Katainen. Istat: giù la produttività del lavoro

Il premier paolo Gentiloni (Ansa)

Il premier paolo Gentiloni (Ansa)

Roma, 15 novembre 2017 - Italia maglia nera in Europa? Il premier Gentiloni dice 'no' e replica al monito della Ue. Le prospettive di crescita "che ci vedono all1,8 per cento dimostrano che non siamo più il fanalino di coda dell'Unione europea", ha affermato Gentiloni.  "Quest'anno abbiamo assistito al proseguire della risalita del paese, della crescita economica, che in pochi anni è passata da livelli negativi all'1,8%, livelli di deficit, si parla molto di rimproveri europei ma abbiamo migliorato molto la condizione di deficit italiano", ha aggiunto. "Si sono fatti passi in avanti, la crescita accelera, ha raddoppiato le previsioni - ha ribadito Gentiloni -. "Chi non lo vede dovrebbe rendersi conto che non è così". 

"Ci aspettiamo un calo deciso del debito in un prossimo futuro" grazie alla più alta crescita del Pil nominale, ha aggiunto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

ISTAT: PRODUTTIVITA' GIU' - Ma i dati Istat mostrano come tra il 1995 e il 2016 la crescita della produttività del lavoro in Italia si è attestata allo 0,3%, un risultato decisamente inferiore alla media Ue, pari all'1,6%. Nel report 'Misure di produttività', l'Istat segnala che tassi di crescita in linea con la media europea sono stati registrati dalla Germania (1,5%), dalla Francia (1,4%) e dal Regno Unito (1,5%), mentre la Spagna con lo 0,5% risulta sotto la media ma comunque davanti all'Italia, il cui dato è la risultante di una crescita media dello 0,6% del valore aggiunto e dello 0,3% delle ore lavorate.

In Italia la produttività intesa nel suo complesso, come misura della crescita del valore aggiunto dovuta al progresso tecnico e ai miglioramenti nella conoscenza e nell'efficienza, è diminuita dello 0,4 nel 2016%, dopo gli aumenti registrati sia nel periodo 2009-2014 sia nel 2015.

STANDARD&POOR'S - Cauta anche Standard&Poor's, che in un rapporto afferma come l'economia italiana "sta mostrando positivi segnali di ripresa ma dopo sei anni di stagnazione il processo di recupero sarà probabilmente lungo". L'agenzia di rating ricorda l'accelerazione della crescita nel secondo trimestre con il Pil reale in aumento dell'1,5% quest'anno. Fra i fattori positivi la crescita "degli investimenti grazi agli incentivi fiscali" e dal miglioramento delle condizioni di credito con la soluzione della crisi Mps e delle banche venete. Molto da fare resta però sulla "produttività del lavoro".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro