Martedì 23 Aprile 2024

Scadenza Imu e Tasi 2018, oggi ultimo giorno. Ecco chi paga (e quanto)

Ultima chiamata per i proprietari di immobili diversi dalla prima casa. Ecco una mini-guida per la scadenza

Imu, Tasi foto generica (Newpress)

Imu, Tasi foto generica (Newpress)

Roma, 18 giugno 2018 - Ultima chiamata per i proprietari di immobili. E' oggi, lunedì 18 giugno, la scadenza per pagare la prima rata di Imu e Tasi (il saldo sarà versato il 17 dicembre). Un appuntamento slittato di due giorni, perché il termine tradizionale del 16 giugno cadeva di sabato. Sono chiamati al pagamento 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale (di cui il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) per un gettito previsto di circa 10,3 miliardi. Per la prima volta dopo molti anni i contribuenti non dovranno affrontare innovazioni normative. Lo scorso anno era esentata dal pagamento della Tasi anche la prima casa, quest'anno invece non sono stati introdotti altri cambiamenti nella legislazione nazionale.

Scadenza Imu-Tasi 2018, tutto quello che c'è da sapere

CHI PAGA - Sono chiamati alla cassa i proprietari e i titolari di diritti reali sugli immobili, con esclusione dei proprietari di prima casa che dal 2017 non pagano nemmeno la Tasi. Questa regola, però, non vale per le prime case di lusso delle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, che restano comunque nella tassazione. In questo caso, il conto sarà piuttosto salato: calcola il rapporto della Rapporto Imu/Tasi 2018 elaborato dalla Uil - Servizio Politiche Territoriali, che i proprietari di abitazioni signorili, ville e castelli  ubicate in un capoluogo di provincia, pagheranno in media 2.610 euro come costi di Imu/Tasi (1.305 euro con l'acconto). L'appuntamento vale anche per gli affittuari solo se l'immobile non è utilizzato come prima casa. Si paga anche sui terreni, ma non su quelli agricoli. L'imposta relativa all'alloggio del portiere e delle parti comuni è versata dall'amministratore di condominio e addebitata ai singoli condomini.

QUANTO SI PAGA - Sempre secondo il rapporto elaborato dalla Uil, la cifra che verrà sborsata in media per questa prima rata sarà di circa 500 euro. "Il costo medio complessivo su una 'seconda casa' ubicata in un capoluogo di provincia - spiega Guglielmo Loy, segretario confederale Uil - sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la prima rata di giugno), con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città". Ma come si calcola la cifra della prima rata Imu/Tasi 2018? Per chi non ha registrato cambiamenti rispetto al 2017, basterà pagare il 50% dell'imposta versata l'anno precedente. Ma bisogna tener conto che le imposte si pagano in base ai mesi reali di possesso (si considerano tali i periodi superiori ai 15 giorni): quindi se si è acquistato un immobile ad aprile, l'importo dovrà essere commisurato solo a tre mesi (e non a sei). Lo stesso vale per la base di calcolo: se il possesso o una modifica, ad esempio da prima a seconda casa, sono cambiati nel corso del 2017, sarà necessario ricalcolare l'imposta piena per l'intero 2017 e poi suddividerla a metà. È anche possibile pagare l'intero importo del 2018. Ma in questo caso bisogna tener conto delle aliquote e degli sconti adottati dai comuni nel 2018.

GLI IMMOBILI IN AFFITTO: Per gli immobili dati in affitto è previsto che una quota della Tasi, tra il 10 e il 30%, venga pagata dal conduttore se non la utilizza come prima casa: in ogni caso, quest'importo, anche se non dovuto o non pagato dall'affittuario, non va versato dal proprietario. Se il Comune non indica la quota dell'inquilino, questa si considera al 10%.

GLI SCONTI, DA CANONI CONCORDATI A COMODATO: Due sono le categorie di sconti previste in generale (alle quali i comuni possono aggiungere tipologie differenziate). La prima vale per gli affitti a canone concordato che possono abbattere l'imposta del 25%. La seconda è il dimezzamento dell'imposta nel caso in cui l'immobile viene concesso ai parenti in linea retta entro il primo grado che la utilizzano come abitazione principale. Ma per ottenere questo sconto è necessario che ci sia un contratto di comodato d'uso. In questo caso a pagare sarà il possessore perché per l'utilizzatore è un'abitazione principale.

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