Martedì 16 Aprile 2024

Fmi taglia il Pil dell'Italia al +1,2%. "Lo spread pesa sulla crescita"

Secondo il Fondo monetario internazionale va considerata anche l'incertezza politica Ue: crescita italiana al ribasso. Pesano le "incertezze politiche"

Fmi taglia stime Pil italiano (Ansa)

Fmi: taglia stime Pil mondo 2015, +3,3% (foto Ansa)

Roma, 16 luglio 2018 - Anche il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime sulla crescita italiana per quest'anno e per il prossimo. Nel 2018 il Pil - secondo l'aggiornamento del World economic outlook -  salirà dell'1,2% contro l'1,5% segnalato nel rapporto di aprile, mentre nel 2019 l'aumento si fermerà all'1%, lo 0,1% in meno rispetto al dato pubblicato nella primavera scorsa. Secondo l'istituto di Washington in Italia "l'allargamento dello spread e l'inasprimento delle condizioni finanziarie sulla scia della recente incertezza politica potranno pesare sulla domanda interna"

Ue: crescita italiana al ribasso. Pesano le "incertezze politiche"

Tra le cause della frenata, spiegano i tecnici dell'istituto di Washington, ci sono "l'allargamento dello spread sul debito sovrano e le condizioni finanziarie più strette sulla scia delle recenti incertezze politiche che impatteranno sulla domanda interna". Il Fondo ricorda che a "fine maggio lo spread" tra Btp e Bund "ha toccato il massimo dal 2012 a seguito delle difficoltà nella formazione del governo. Da allora è sceso ma resta comunque intorno ai 240 punti base (a inizio giugno) per le preoccupazioni sulle politiche future".

A porre "rischi significativi" sulle "prospettive" del nostro Paese, il rallentamento "nella realizzazione delle riforme" e la vendita dei bond italiani che "ha ancora una volta messo sotto i riflettori le profonde sfide strutturali e la scarsa disponibilità di spazi fiscali a livello nazionale". 

EFFETTO DAZI - La ripresa globale è ancora forte ma meno uniforme, più fragile e sotto la minaccia dei dazi, evidenzia inoltre il Fondo Monetario Internazionale che stima per l'anno in corso e per il prossimo "una crescita globale di circa il 3,9%". I rischi di un peggioramento però, avvertono i tecnidi dell'istituto di Washington, "sono aumentati anche nel breve periodo".

Nelle economie avanzate, il Fondo prevede una crescita del 2,4% nel 2018 contro il 2,3% stimato nell'outlook di aprile. Invariata al 2,2% resta la stima per il 2019. Anche la previsione per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo non è stata modificata: +4,9% quest'anno e +5,1% il prossimo.

EUROZONA - La crescita dell'area euro dovrebbe rallentare sia quest'anno che il prossimo, dice l'Fmi. Il Pil dovrebbe attestarsi al 2,2% contro il 2,4% previsto ad aprile (-0,2 punti percentuali) quest'anno e all'1,9% nel 2019 (-0,1). Riviste al ribasso anche le previsioni sul Pil francese (+1,8% nel 2018 dal 2,1% e +1,7% nel 2019 dal +2%), mentre la Germania frena quest'anno (+2,2% rispetto al +2,5%) e va meglio delle stime il prossimo (+2,1% dal +2% di aprile). Peggio del previsto fa il Pil della Gran Bretagna quest'anno (+1,4% dall'+1,6%), mentre la crescita dovrebbe restare invariata all'1,5% nel 2019. Previsioni immutate per la Spagna (+2,8% quest'anno e +2,2% il prossimo) e per gli Stati Uniti (+2,9% nel 2018 e +2,7% nel 2019).

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