Flat tax, Emmott: "Berlusconi ha ragione: all'Italia serve un’aliquota unica"

L’ex direttore dell’Economist, che nel 2001 scrisse che il Cav era 'inadatto a governare', ora gli dà ragione

L'economista Bill Emmott

L'economista Bill Emmott

Roma, 16 gennaio 2018 - Flat tax al 23%. In italiano, imposta sul reddito forfettaria. La proposta di riforma fiscale portata avanti da Silvio Berlusconi piace anche a Bill Emmott, l’ex direttore dell’Economist autore nel 2001 della famosa copertina su ‘Berlusconi unfit to lead Italy’ (inadatto a guidare l’Italia), che fece infuriare l’ex Cavaliere, il quale fece causa ma la perse. 

Perché? «Perché l’evasione delle tasse è un grandissimo problema per l’Italia e un’imposta sul reddito semplificata con una sola aliquota, pagata da chiunque guadagni oltre un determinato importo, mi sembra una buona idea in queste condizioni. L’evasione fiscale crea enormi problemi ai conti pubblici italiani e fa ricadere un onere troppo pesante su tutti quelli che non sono in grado di evadere le tasse, perché lavoratori dipendenti o pensionati, riducendo la loro capacità di consumo e mettendo in moto un circolo vizioso che porta alla stagnazione dell’economia. Dopo 20 anni di sottosviluppo economico rispetto ai partner europei, mi sembra che sia arrivata l’ora di riforme radicali».

Lei pensa davvero che la flat tax possa estirpare l’evasione in Italia? «Non è certamente una soluzione magica. Bisogna combinarla con altre misure, come l’esecuzione minuziosa dei controlli, la lotta alla corruzione e la riforma del sistema giudiziario, per renderlo più efficace. Ci sono altre riforme strutturali che possono aiutare l’Italia a crescere di più, dall’istruzione alle liberalizzazioni, e ben vengano se riuscirete a realizzarle. Ma fra le poposte che vedo in questa campagna elettorale, una semplificazione del sistema fiscale mi sembra un buon inizio».

E le sembra che questa battaglia possa essere portata avanti da chi un tempo quasi giustificava gli italiani che non sapevano come fare a pagare tasse troppo elevate?  «Perfino il diavolo può avere una buona idea. E l’imposta sul reddito forfettaria mi sembra una riforma adatta per ampliare la base imponibile di un Paese dove ormai le tasse le pagate veramente in pochi. La finzione della tassazione progressiva è solo una farsa in un Paese dove tutti cercano di evadere, liquidando in nero le prestazioni degli artigiani per risparmiare l’Iva e in questo modo privando lo Stato dell’imposta sul reddito relativa. La proposta di pagare meno tasse e pagarle tutti mi sembra sensata».

Non si sente in contraddizione con la famosa copertina di 17 anni fa?  «Assolutamente no. Non sono un fan di Berlusconi e continuo a ritenere che sia un politico inadeguato a guidare l’Italia, esattamente come si sosteneva in quella copertina. Ma in questo caso Berlusconi non è un candidato premier e quindi non guiderà l’Italia, al massimo potrebbe fare da comprimario in un governo di centro-destra o di centro-sinistra».

È d’accordo anche con le altre sue proposte elettorali? «No, sono contrarissimo alla sua proposta di riforma della legge Fornero, che rischia di riportare l’Italia a una politica pensionistica sconsiderata, mettendo il prossimo governo in contrasto con Bruxelles. Così come sono preoccupato dall’atteggiamento euroscettico e xenofobo del centrodestra. Credo però che Berlusconi possa svolgere un ruolo chiave in una grande coalizione con il Pd di Matteo Renzi. In questo potrebbe aiutare l’Italia».