Giovedì 25 Aprile 2024

Conti pubblici, il governo taglia le stime

Il governo vara l'aggiornamento del Def. L'Ue apre alla flessibilità. Pensioni, il nodo risorse. Vertice con i sindacati

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan

Roma, 27 settembre 2016. Meno crescita, più deficit e di ridurreil debito per ora non se ne parla. L’aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza sul quale il governo elaborerà la legge di bilancio, in sintesi è tutto qui: Il consilglio dei ministri si è riunito, in ritardo verso le 22 e 15 e, dopo 45 minuti, ha ufficialmente aperto il cantiere della manovra rimettendo mano alle previsioni, più ottimiste, della primavera scorsa: la crescita per quest’anno è stata rivista al +0,8%-0,9% rispetto al più 1,2% di aprile, per il 2017 la stima e all’1% contro l’1,4%. Il debito sale dal 2,3% al 2,4% al 2,5%, mentre il rapporto deficit-Pil è fissato al xcxxx Dato che costringe l’esecutivo a rinegoziare l’,8% per il 2017 concordato con Bruxelles. La vera partita è tutta qui e qualche spiraglio lo ha lasciato intravedere Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari monetari: tra spese per il terremoto del centro Italia e i costi dell’assistenza ai migranti, l’Italia potrebbe ambire a un po’ di flessibilità. Moscovici ha parlato di un rapporto «almeno del 2,4». Ma, ha precisato, se flessibiiltà sarà, sarà sempre nel rispetto delle regole e dei margini previsti dal patto di stabilità. Certo, uno sconto di queesta entità lascerebbe libere risorse per 7-8 miliardi che l’esecutivo potrebbe giocarsi nella costruzione della manovra. Fonti di Bruxelles hanno, comunque, già fatto sapere che non c’è alcun negoziato in corso con Roma ma solo ordinari scambi di informazioni. 

Va da sè che i numeri disegnano i binari sui quali la manovra del governo dovrà muoversi. Se Renzi ha escluso nuovi tagli alla sanità («Abbiamo giù tagliato abbastanza», ha detto il premier  a Milano) il nodo al pettine in questo momento è quello della previdenza. Domani, mercoledì 28 settembre, le’esecutivo incontrerà i sindacati per fare il punto sulla previdenza. Sul tavolo, però, potrebbero mancare i soldi previsti: se si era parlato di 2 miliardi, probabilmente si arriverà al massimo a 1,5 miliardi di euro. Riduzione che inevitabilmente avrà un impatto sulle misure in cantiere: dall’anticipo pensionistico (Ape) fino a un massimo di tre anni e sette mesi per gli over 63 dal prossimo anno, al bonus per i lavoratori precoci che potrebbe essere limitato a chi ha iniziato a lavorare prima dei 16 anni (e non prima dei 18), alla revisione – richiesta dai sindacati - della legge Fornero.

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