Venerdì 19 Aprile 2024

Contratto sanità, arriva il rinnovo per gli infermieri. Tutte le novità

L'intesa vale 85 euro medi mensili di aumento per i circa 540mila lavoratori tra cui anche operatori sanitari e amministrativi

In corsia

In corsia

Roma, 23 febbraio 2018 - Nel giorno dello sciopero degli infermieri arriva in porto anche il contratto del comparto della sanità: un’intesa che abolisce le contestate deroghe ai riposi e vale 85 euro medi mensili di aumento e circa 450 euro di arretrati per i 540 mila circa lavoratori, fra infermieri, operatori sanitari e amministrativi del Servizio sanitario nazionale. In tutto – avvisa il ministro Marianna Madia – sono stati rinnovati accordi per oltre 3 milioni di dipendenti pubblici. Mentre il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, promette, a sua volta, che sarà chiusa rapidamente anche la partita che riguarda i medici. Anche se, a bocciare la soluzione, sono proprio due sindacati autonomi degli operatori della sanità (Nursind e Nursing up) che parlano di "testo irricevibile, un mero contratto politico in chiave elettoralistica".

image

Un’accusa che torna nelle parole dell’ex ministro Renato Brunetta: "Definire elettoralistica una mossa del genere, sarebbe un eufemismo". Ma vediamo, in sintesi, le novità in gioco per il settore. Madia spiega come siano stati rispettati i punti dell'intesa stretta con i sindacati: "L’aumento di 85 euro medi e la salvaguardia del bonus degli 80 euro", ma, fa notare, anche "l'allargamento dei diritti, da quelli per le unioni civili alle tutele per le donne che subiscono violenza". E sui "sostanziali miglioramenti" rispetto alle ipotesi poste all’inizio della trattativa insiste la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino.

Tra i punti principali dell’intesa rientrano: l'obiettivo di erogare per il 2018 aumenti retributivi fino a 95 euro mensili, con un valore medio di 85 euro, la corresponsione degli arretrati del 2016 e 2017 (compresi tra 381 e 651 euro), una revisione in senso più favorevole degli istituti del rapporto di lavoro, come permessi, congedi, ferie, malattie. Sono previsti, in aggiunta: 91 euro pro capite per incrementare i fondi della produttività e rivalutare le indennità contrattuali (a partire da notturno, pronta disponibilità e festivo); garantiti fino a 15 minuti di tempo di vestizione, innalzabili dalla contrattazione aziendale.

Nel pacchetto, si sottolinea dal sindacato, anche: "Niente deroghe sui riposi, rispettato l'orario di lavoro; estensione, da subito, del sistema indennitario agli operatori socio-sanitari e agli assistenti sociali; esclusione del Jobs Act, a partire dal mantenimento dell'articolo 18, e eliminazione della legge Brunetta". Soddisfatti ministri e governo, anche Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle regioni, mostra soddisfazione: "Passo dopo passo, andiamo avanti e dopo lo sblocco del contratto delle funzioni locali arriva ora il via libera a un contratto che interessa 540mila lavoratori. Un segnale importante dopo l'accordo raggiunto per il riparto del fondo sanitario che assicura comunque dal 1 gennaio 2019 l'incremento di un miliardo delle risorse destinate al servizio sanitario".

Mentre, a sua volta, Massimo Garavaglia, presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità ed assessore della Lombardia, osserva: "Un risultato non scontato. Abbiamo agito con grande senso di responsabilità, nonostante il mancato incremento di risorse del fondo sanitario di quest'anno per questo scopo. Adesso andiamo avanti anche per la medicina convenzionata e la dirigenza sanitari. Noi gli atti integrativi li abbiamo già sbloccati ed inviati".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro