Giovedì 18 Aprile 2024

Maxiconcorso pubblico per i giovani. In pensione 500mila statali

Pubblica amministrazione, piano assunzioni del governo per 150mila posti

Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia (Ansa)

Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia (Ansa)

Roma, 17 settembre 2017 - Circa 500 mila dipendenti pubblici andranno in pensione nei prossimi quattro anni. E, se guardiamo ai prossimi dieci, si arriverà a oltre un milione di uscite. Un esodo imponente che spinge il governo a correre ai ripari fin dalla manovra in cantiere: da qui l’annuncio del sottosegretario alla Funzione pubblica, Angelo Rughetti, di un piano per aprire le porte della Pubblica amministrazione ai giovani attraverso un maxi-concorso con valenza pluriennale per almeno un terzo del turn over: per circa 100-150 mila posti.

​Un'operazione che vede il favore dei sindacati e che, non a caso, farebbe parte di quel capitolo giovani che costituirà, come sottolinea il ministro dell’Economia, uno dei cardini della legge di stabilità anche con il rilancio degli sgravi contributivi per gli under 29-32 che verranno assunti dai privati a tempo indeterminato. Una priorità che si accompagna al capitolo povertà, indicato di nuovo come basilare dallo stesso premier Paolo Gentiloni, resa possibile anche dai margini di azione offerti dalla crescita: non a caso Pier Carlo Padoan avvisa di aver incontrato il commissario Dombrovskis, ma «non abbiamo parlato di debito italiano ed è un buon segno».

Torniamo però al piano di ricambio generazionale nella Pa. «Nei prossimi quattro anni – spiega Rughetti – abbiamo quasi 500 mila persone che si ritireranno. È un’occasione straordinaria anche per abbassare l’età media che ormai ha raggiunto la soglia dei 50 anni». Considerando, come accennato, anche il periodo successivo, come avevamo anticipato proprio su Qn, andrà via, infatti, tutta la generazione dei baby boomers (nei 10 anni a venire i nati tra il ’52 e il ’62), entrata in ruolo massicciamente con le grandi infornate, concorsuali e non, degli anni Settanta, fino a metà degli Ottanta.

IL COMMENTO / Tentazioni elettorali - di Raffaele Marmo

A certificare l’esodo di massa del decennio, se non del secolo, dagli uffici pubblici è l’analisi delle tabelle del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato. L’ultima radiografia aggiornata al 2015 fotografa una Pa piena zeppa di ultra-cinquantenni (oltre un milione e 660 mila, più della metà del totale), mentre i lavoratori under 30 sono mosche bianche, solo 81 mila su più di tre milioni e 300 mila dipendenti, appena il 2,7 per cento, meno di 3 ogni 100. Una minoranza estrema che arriva al 6,8 se si fa salire l’età a 35 anni.

Se questa è la situazione, sia per evitare il collasso degli uffici sia per favorire il ricambio, il governo punta a inserire nella manovra imminente un primo piano di assunzioni per i giovani, magari con qualche mini-incentivo per favorire uscite più veloci degli anziani. Ma non si procederà secondo le vecchie regole del rimpiazzo classico. «Noi ci dobbiamo chiedere – insiste Rughetti – che cosa serve a questo Paese», selezionando gli ingressi in base alle reali necessità e ai fabbisogni effettivi e non secondo le vecchie piante organiche delle amministrazioni. A ciò si aggiungerebbe la scelta di condizionare le assunzioni semplicemente alla sostenibilità finanziaria, della spesa, senza ulteriori vincoli.

La selezione, insomma, avverrebbe sulla base di nuovi profili e attraverso nuove modalità concorsuali, con prove centralizzate, periodiche e orientate a sondare specifiche professionalità (magari partendo anche da abilità già certificate, magari attraverso più step). L’esempio, citato dal sottosegretario, è quello dei progettisti: figura che manca con ricadute pesanti. «Abbiamo miliardi di euro chiusi nei cassetti del governo» perché non ci sono iniziative, progetti appunto.

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