Mercoledì 24 Aprile 2024

Banche, Visco: "Renzi chiese di Etruria, non risposi. Da Boschi nessuna pressione"

Il governatore della Banca d'Italia oggi in Commissione banche: "Mai detto che andava tutto bene". L'ex premier: "Fugato ogni dubbio sul comportamento dei ministri" Maria Elena Boschi sempre più sola, cresce la rabbia tra i big Pd

Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia (Ansa)

Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia (Ansa)

Roma, 18 dicembre 2017 - Dopo Pier Carlo Padoan, oggi è il giorno dell'audizione di Ignazio Visco alla Commissione d'inchiesta sulle banche. Il governatore della Banca d'Italia difende il suo operato nella gestione della crisi bancaria e chiarisce: l'istituto di via Nazionale "non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento". Inoltre l'istituto, accusato da più parti politiche di non aver vigilato sul sistema bancario, non ha mai detto, si è difeso Visco, che "andava tutto bene". "Nell'opinione di alcuni la Banca d'Italia avrebbe sempre detto che "andava tutto bene" - ha detto - e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero". Il governatore di Bankitalia ha precisato che già 2012 aveva lanciato un allarme sul peggioramento della qualità del credito. E a proposito di Banca Etruria ripercorre gli incontri con l'ex premier Matteo Renzi, mentre su Maria Elena Boschi chiarisce: "Mai ricevute pressioni"

Maria Elena Boschi sempre più sola, cresce la rabbia tra i big Pd - di E.M COLOMBO

"MALA GESTIONE DI ALCUNI ISTITUTI" - "Abbiamo agito con il massimo impegno e nell'esclusivo interesse del Paese", ha detto Visco all'inizio dell'audizione. "Abbiamo affrontato molte difficoltà - ha proseguito -, riuscendo a superarne tante nei limiti delle nostre competenze e del nostro mandato. Le perdite sopportate dai risparmiatori nei casi in cui non è stato possibile risolvere altrimenti le crisi sono state diffuse e dolorose". Per il governatore di Bankitalia "a determinare l'evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro paese". Tuttavia Visco ha ammesso: "La mala gestio di alcune banche, comunque, c'è stata e l'abbiamo più volte sottolineato; le gravissime condizioni dell'economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche". 

IL CASO ETRURIA - Poi il chiarimento sulle presunte pressioni di via Nazionale sulla fusione tra Banca Etruria con la Banca Popolare di Vicenza: "Aggiungo in modo chiaro che la Banca d'Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai". Ancora: "Nessuna pressione e indicazione, abbiamo solo recepito l'interesse" di Popolare di Vicenza per Banca Etruria. "Io ho appreso dell'interesse di Vicenza su Etruria ad aprile 2014", ha spiegato Visco che poi ha aggiunto: "Non abbiamo sollecitato un intervento".

RENZI - Con i 5 governi con cui il governatore di Bankitalia ha avuto a che fare - Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, ci sono stati "rapporti di collaborazione pienissimi, nei miei colloqui con i presidenti del consiglio non c'è mai mai stato uno screzio, ma ampia condivisione", ha detto Visco, precisando che "a volte ci sono state valutazioni diverse, non solo con Renzi su come affrontare certe situazioni". Il responsabile di via Nazionale ha dunque affrontato il nodo incontri con gli ex esponenti dell'esecutivo: a proposito dell'ex premier, ha chiarito Visco, nel corso degli incontri nel 2014 "certamente una domanda la fece" in merito alla questione di Banca Etruria, "e io non risposi". Visco ha precisato: "Io dissi che di banche in difficoltà io parlo solo col ministro dell'Economia".

Visco ha quindi ripercorso gli incontri con Renzi nel 2014. "Nel nostro secondo incontro - ha detto - si parlò dell'economia italiana e internazionale e dei rischi per le banche italiane ma Etruria non fu discussa". Invece in un terzo in aprile che si svolse a Palazzo Chigi "con Delrio e Padoan parlammo di economia italiana e il premier chiese perché quelli di Vicenza volevano prendersi Arezzo e parlò degli orafi. Io non risposi e la presi come una battuta. Non entrai per niente in condizioni di vigilanza". Visco ha quindi ricordato che poi ci fu un altro incontro per presentare a Renzi il direttorio di Bankitalia. "Parteciparono Padoan e Derlrio e mi chiese perché non ci parla delle banche in difficoltà e io dissi che di banche in difficoltà io parlo solo col ministro dell'economia. Non ci fu nessuna tentazione per me di rispondere ma lì certamente domanda la fece" ha concluso.

BOSCHI - E sempre a proposito del nodo Banca Etruria, Visco ha riportato in Commissione di due incontri tra l'ex ministro per le riforme Maria Elena Boschi e il vice di Bankitalia Fabio Panetta. La Boschi, dice Visco, "manifestò il dispiacere e le preoccupazioni sule conseguenze della crisi di Banca Etruria sul territorio". Panetta riferì "a me e al dg Rossi dei brevi colloqui", nei quali "non ci fu richiesta di interventi e non si parlò di questioni di vigilanza".

LA REPLICA DI RENZI - Non si fa attendere la risposta dell'ex premier Matteo Renzi, che in una nota inviata ancora prima della fine dell'audizione, esprime parole di ringraziamento per Visco. "Ringrazio molto il governatore Visco per le parole di apprezzamento che ha rivolto al mio Governo nella sua audizione", dice Renzi. "Mi fa piacere - aggiunge - che fughi ogni dubbio sul comportamento dei ministri. Nessuno di loro ha mai svolto pressioni ma solo legittimi interessamenti legati al proprio territorio: attività istituzionalmente ineccepibile. Ringrazio dunque Visco che mette la parola fine a settimane di speculazione mediatica e di linciaggio verbale verso esponenti del mio Governo". Interviene anche il ministro Delrio: "Non esiste il tema delle autorizzazioni di un ministro verso un altro. Padoan ha detto esplicitamente che nessuno gli ha fatto pressioni per decidere in un senso o nell'altro. Come ho sempre detto pubblicamente, me ne sono occupato ma non ho fatto alcuna pressione. Né io, né la Boschi. I fatti sono questi, poi le chiacchiere se ne possono fare a milioni".

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