Martedì 16 Aprile 2024

Alitalia, ricavi da low cost e spese da big

Il paradosso dei conti. La forbice che appesantisce il bilancio della compagnia

Alitalia, due piloti in partenza (Ansa)

Alitalia, due piloti in partenza (Ansa)

I RICAVI sono da low cost, ma le spese sono da compagnia globale e non per colpa del costo del lavoro. La crisi Alitalia riflette un modello di vettore aereo che non esiste più. Le low cost e i treni ad alta velocità hanno eroso i margini sulle rotte a corto e medio raggio che rappresentano la principale attività dell’Alitalia, che ha una scarsa presenza sull’intercontinentale, il segmento che consente alle compagnie tradizionali margini significativi. Negli ultimi 20 anni il gap tra compagnia italiana e principali concorrenti è cresciuto. Oggi Alitalia, in termini di passeggeri, è un quarto di Air France-Klm e un quinto di Lufthansa e Iag (British e Iberia). Con 22 milioni di passeggeri, Alitalia è un terzo di Easyjet (74,5 milioni) e meno di un quinto di Ryanair (106 milioni).

Il principale problema sono i ricavi per passeggero. Sulla base dei conti del 2015, la compagnia di bandiera incassa 150 euro a viaggiatore, meno della metà rispetto ai 311 euro del gruppo Lufthansa (conteggiando anche i passeggeri delle controllate). Air France-Klm si attesta a 288 euro e Iag a 260 (calcolando anche Aer Lingus e Vueling). Per Easyjet i ricavi a passeggero sono 74 euro e soltanto 61 per Ryanair, ma le due low cost riescono a generare un risultato operativo intorno ai 12 euro per passeggero. Alitalia, invece, perde oltre 8 euro a passeggero. Iag presenta la migliore redditività operativa con 30 euro di Ebit a passeggero, seguita da Lufthansa con 21 euro e Air France-Klm con 12,5 euro. Sull’altra sponda dell’Atlantico fa ancora meglio la Delta Airlines, che genera un risultato operativo di quasi 35 euro comprendendo anche il traffico low cost.    RYANAIR e Easyjet riescono a far volare un passeggero con costi inferiori ai 50 euro. Alitalia, sui dati 2015, presenta un costo superiore ai 150 euro a passeggero: evidente lo squilibrio tra ricavi e costi rispetto ai competitor. Eppure l’organico della compagnia sembra non sovradimensionato rispetto all’attività. Alitalia presenta un fatturato per dipendente di 260mila euro, in linea con Lufthansa e IAG, ma non distante dai 288mila di Air France-Klm. Ryanair sfiora i 600mila euro a dipendente e Easyjet si attesta a 552mila. Nel rapporto passeggeri/dipendenti Alitalia fa meglio dei vettori tradizionali con 1.760 passeggeri trasportati per dipendente. Iag si ferma a quasi 1.600 mentre Air France-Klm e Lufthansa sono sotto mille. Il distacco con le low cost è significativo. Ryanair, con meno dipendenti di Alitalia fa volare 106 milioni di passeggeri (9.738 per ogni dipendente), Easyjet supera i 7.440 passeggeri. Costo del lavoro: nel 2015 la spesa Alitalia per il personale ha sfiorato i 600 milioni,il 18% dei ricavi. Ryanair riesce a contenerlo all’11% ma Iag e Lufthansa si attestano al 23% e Air France-Klm destina al personale il 30% del fatturato.

FOCUS: Alitalia, fanno gola rotte e aeroporti - di OLIVIA POSANI

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