Giovedì 25 Aprile 2024

Scacco a Ebola, trovato il vaccino L’Oms: "Risultati entusiasmanti"

Messo a punto in Canada. "Test su settemila persone, efficace al 100%"

PROFILASSI Vaccinazioni contro Ebola (Ansa)

PROFILASSI Vaccinazioni contro Ebola (Ansa)

Bologna, 1 agosto 2015 - PER L’EPIDEMIA di Ebola – il flagello dell’Africa occidentale che finora ha mietuto oltre 11mila vittime – potrebbe essere «l’inizio della fine». L’euforia è alle stelle, al punto che Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, non ricorre a giri di parole: i primi risultati del vaccino contro il virus non solo sono «promettenti» ma addirittura «entusiasmanti». E nella sperimentazione in futuro potrebbero essere coinvolti anche i bambini. Al centro dei test clinici in Guinea, i dati di Vsv-Ebov, scoperto dal National Institute of Health canadese e sviluppato dalla multinazionale Merck Sharp and Dohme. Il vaccino «è efficace – assicura Chan in conferenza stampa a Ginevra – ed è destinato a rappresentare un punto di svolta per questa e le eventuali future epidemie di Ebola».

INSOMMA, per l’Oms Vsv-Ebov potrebbe essere il primo vaccino autorizzato per una malattia per cui non c’è ancora una terapia approvata. Non solo. Il test ha mostrato che il vaccino «offre una protezione al 100% contro Ebola dopo circa una settimana», ha aggiunto Sven Trelle, ricercatore dell’università di Berna. Le parole di Chan, infatti, si basano sullo studio pubblicato dall’autorevole rivista scientifica britannica Lancet: il successo è arrivato «in tempo record», sottolinea il team dell’Oms che lo ha messo in pratica, ovvero a 12 mesi dalla inoculazione.

Eppure Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency guarito dal virus e noto come il ‘caso zero italiano’, accoglie la notizia con gioia e un pizzico di pessimismo: «Si tratta di una grande conquista ma va anche detto che un vaccino non potrà bastare a sconfiggere radicalmente questa terribile malattia». Per il medico, le ragioni sono chiare: «La febbre emorragica da virus Ebola è originariamente una malattia diffusa dai pipistrelli, e che trova il suo habitat nelle foreste. Il punto è che, in Africa, più si va avanti con una politica di disboscamenti su larga scala delle foreste, più ci si avvicina agli animali ‘serbatoio’ del virus». Fondamentale, dunque, «sarebbe anche pensare – avverte Pulvirenti – a misure di tipo strategico e politico mirate a una salvaguardia dell’ambiente, e che avrebbero come ricaduta la ‘cancellazione’ alla radice del rischio massiccio di diffusione del virus in queste aree».

FACCIAMO un passo indietro per vedere da vicino il percorso seguito dai ricercatori. Il vaccino è stato testato in Guinea su 4.123 persone ad alto rischio, immediatamente dopo che un paziente a loro vicino si era infettato. Secondo lo studio, nessuno dei vaccinati è rimasto contagiato. Un secondo gruppo di controllo, di 3.528 persone, è stato vaccinato tre settimane dopo essere stato potenzialmente esposto al virus: si sono ammalati in 16. Per la sperimentazione, quindi, sono stati creati ‘anelli di protezione’, spiega Marie-Paule Kieny dell’Oms, aggiungendo che una commissione che ha controllato i risultati ha consigliato di interrompere il test, estendendo a tutti gli ‘anelli’ già reclutati la vaccinazione immediata, e di iniziare a pensare a un nuovo test che coinvolga anche i bambini, finora tenuti fuori.