Ebola, Lorenzin: "Pericolo ridotto ai minimi in Italia". Oms: "Kenya ad alto rischio"

L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha classificato il Kenya paese ad "alto rischio" per la diffusione del virus Ebola. Il ministro Lorenzin assicura: "Contrarre la febbre emorragica è veramente molto complesso in un Paese ad alto livello di igiene e tecnologico come il nostro"

Una donna liberiana con le istruzioni per non contrarre il virus dell'ebola (Ap/Lapresse)

Una donna liberiana con le istruzioni per non contrarre il virus dell'ebola (Ap/Lapresse)

Roma, 14 agosto 2014 - I rischi di contrarre l'ebola in Italia "sono veramente ridotti ai minimi termini". Lo ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel corso di UnoMattina. "Uso la parola minimi termini per utilizzare un'espressione prudenziale perché c'è sempre la statistica, ma contrarre l'ebola è veramente molto complesso in un Paese ad alto livello di igiene e tecnologico come il nostro", ha sottolineato il ministro ricordando come da aprile scorso siano stati istituiti "controlli molto rigorosi alle frontiere, a bordo degli aerei e negli aeroporti".

"Dal 21 giugno, personale medico sanitario del ministero della Salute, che sta supportando la Marina militare, ha compiuto 33mila screening sui migranti a bordo delle navi impegnate nell'operazione Mare Nostrum". Lo ha detto il ministro Lorenzin sottolineando che si tratta di "un'operazione straordinaria mai fatta prima in nessuna altra parte del mondo, non solo per ebola ma per tutte le patologie". 

OMS: KENYA A RISCHIO - L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha classificato il Kenya paese ad "alto rischio" per la diffusione del virus Ebola. Il paese è ritenuto vulnerabile, perché è uno dei maggiori crocevia, con molti voli internazionali, del West Africa, ha spiegato un funzionario dell'Oms. E' uno degli avvertimenti più seri mai lanciati dall'Oms sul fatto che la febbre emorragica possa raggiungere l'East Africa. Il numero delle persone uccise dall'Ebola in West Africa è arrivato a 1.069, secondo l'ultimo bilancio dell'organizzazione.

KOREAN AIRLINES SOSPENDE PER IL KENYA - La Korean Air Lines ha sospeso i voli da e per il Kenya per prevenire la diffusione di Ebola. L'annuncio è arrivato oggi dalla stessa compagnia di bandiera sudcoreana che ha bloccato i voli tra Seul -Incheon e Nairobi a partire dal 20 agosto. Le rotte su Nairobi è l'unica destinazione della Corea del Sud in Africa. La compagnia non ha fatto sapere quando riprenderà il servizio.

NIGERIA, 11 CASI, UNO NUOVO: UN MEDICO  - Un nuovo caso di ebola è stato registrato in Nigeria, portando a undici il numero complessivo delle persone malate nel Paese. Lo ha fatto sapere il ministro della Salute nigeriano, Onyebuchi Chukwu. L'ultimo paziente, ha precisato, è un medico che aveva aiutato a curare la prima persona malata arrivata nel Paese, Patrick Sawyer, morto il mese scorso. Tutte le persone che sono state infettate in Nigeria hanno avuto contatto diretto con Sawyer, che aveva la doppia cittadinanza liberiana e statunitense. Oltre al medico, altre due persone sono morte in Nigeria a causa del virus: un'infermiera che lo aveva curato e un dipendente dell'Ecowas, che aveva aiutato a trasportare Sawyer in ospedale dopo che l'uomo era atterrato a Lagos e svenuto in aeroporto.

PANICO IN NIGERIA: MANGIANO TROPPO SALE E MUOIONO  - Almeno tre persone sono morte in Nigeria per avere ingerito troppo sale, allo scopo di prevenire la possibilità del contagio con il virus Ebola. I tre nigeriani soffrivano probabilmente di ipertensione. Una delle vittime, il 74enne Paul Bigi, ha bevuto più tazze di acqua salata ed è morto "dopo una forte dissenteria". Le autorità aeroportuali nigeriane hanno intanto respinto la salma di un connazionale, morto in Egitto. Il feretro era giunto all'aeroporto di Kano con un volo dell'Egypt Air.

USA EVACUANO FAMIGLIE DIPLOMATICI IN SIERRA LEONE- Gli Stati Uniti hanno deciso di evacuare da Freetown, capitale della Sierra Leone, le famiglie del personale diplomatico per evitare il rischio di un contagio del virus Ebola. "L'ambasciata raccomanda questo passo in via cautelativa", ha detto la portavoce del Dipartimento di stato, Marie Harf, con riferimento anche alle difficoltà in cui si trovano le strutture sanitarie del paese a causa dell'epidemia di febbre emorragica. 

ALLARME GUINEA. SIERRA LEONE: MORTO MEDICO - Misure straordinarie per contenere la diffusione dell'epidemia di ebola sono state annunciate in Guinea dal presidente Alpha Condè, poche ore dopo il decesso nella vicina Sierra Leone di un altro medico in prima linea nella lotta contro il virus. Tra i provvedimenti adottati da Condè - scrive l'agenzia Misna - figurano il divieto di uscire di casa per chi è entrato in contatto con vittime di ebola, il ricovero obbligatorio in attesa del responso dei test per i sospetti malati e restrizioni sullo spostamento di cadaveri "da una citta' all'altra". In Sierra Leone ieri è morto il medico Modupeh Cole, contagiato mentre assisteva un malato nel principale ospedale di Freetown. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), finora le vittime accertate di ebola in Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria sono 1069.

TRA LE CAUSE LA DEFORESTAZIONE -  Nell'epidemia di Ebola peggiore mai registrata, con un numero di morti quadruplo rispetto alle altre, un contributo determinante potrebbe essere venuto dalla deforestazione. Lo afferma Jonathan Epstein, epidemiologo veterinario dell'associazione di ricercatori EcoHealth Alliance. Il virus ha il suo 'reservoir' naturale nei pipistrelli, in cui non è dannoso, che sono un cibo tipico nella zona. ''Il contatto umano con i pipistrelli sta diventando più comune che mai - afferma l'esperto sul sito dell'associazione - proprio grazie alla deforestazione e allo sviluppo umano. Più ci si addentra nella foresta pluviale più si entra in contatto con possibili reservoir. In questo caso sembra che in Guinea si sia tagliata abbastanza foresta da trovarne uno''. Già uno studio del 2012 pubblicato dal Journal of Veterinary Research aveva trovato che le epidemie di Ebola nel passato erano sempre precedute da qualche attività umana. Secondo i dati Onu la Guinea, il paese dove si è sviluppata l'epidemia, ha perso il 20% della proprie foreste dal 1990.