Giovedì 18 Aprile 2024

Ebola, 26 medici italiani per Emergency in Sierra Leone

Emergency ha aperto il 18 settembre un Centro per la cura dei malati di Ebola a Lakka, a pochi chilometri dalla capitale Freetown. E' lì che si è ammalato il medico italiano in corso di trasferimento allo Spallanzani di Roma

Emergenza ebola (Reuters)

Emergenza ebola (Reuters)

Roma, 24 novembre 2014 - Sono 26 i medici italiani che fanno parte dello staff sanitario di Emergency per contrastare l'epidemia di Ebola in Sierra Leone. Per fare fronte all'epidemia, che proprio in Sierra Leone è fuori controllo più che negli altri stati colpiti dell'Africa Occidentale, Emergency ha aperto il 18 settembre un Centro per la cura dei malati di Ebola a Lakka, a pochi chilometri dalla capitale Freetown. E' lì che si è ammalato il medico italiano in corso di trasferimento allo Spallanzani di Roma. Si tratta di una struttura messa a disposizione dal ministero della Sanità locale, suddivisa in un'area di attesa, un'area di triage, un'area per l'isolamento dei casi sospetti dotata di 10 posti letto, un'area dedicata alla cura dei malati da 12 posti letto, una zona di disinfezione e un obitorio. A queste si aggiunge l'area dei servizi con spogliatoi, magazzini, lavanderia, cucine.

Presso il Centro di Lakka lavorano circa 110 persone tra medici, infermieri, logisti, ausiliari, personale delle pulizie. Gli operatori internazionali vengono da Italia, Serbia, Spagna e Uganda. Per garantire un'adeguata tutela dei pazienti e dello staff, tutto il personale ha seguito una formazione specifica sui protocolli di protezione, sull'utilizzo dei dispositivi di protezione personale e sul corretto movimento nei percorsi obbligati interni al Centro per evitare la diffusione del virus e la contaminazione. Insieme a DFID, l'agenzia di cooperazione del governo inglese, Emergency sta lavorando all'apertura di un nuovo ospedale da 100 posti letto che verrà aperto a metà dicembre.