Venerdì 19 Aprile 2024

La droga per uccidere: "Fa sentire onnipotenti"

La droga dei jihadisti costa pochi centesimi, l'Isis la distribuisce alle sue bombe umane

Il frame di un video di propaganda Isis (Olycom)

Il frame di un video di propaganda Isis (Olycom)

Parigi, 19 noveembre 2015 - GLI AUTORI della strage di Parigi potrebbero avere agito sotto l’influenza di una droga, il Captagon. Si tratta di un’anfetamina molto potente e particolarmente apprezzata dai kamikaze in quanto capace di eliminare la sensazione di paura: tra gli effetti principali vi è il raggiungimento di uno stato ‘di grazia’, in cui non si prova né gioia né dolore, e che dà a chi l’assume una sensazione di onnipotenza. L’ipotesi della droga ha iniziato a circolare sui media francesi dopo il ritrovamento di siringhe e tubi di plastica nelle camere di un residence a Alfortville, che il ricercatissimo Salah Abdeslam aveva affittato.

 

IL CAPTAGON , composto principalmente da fenitillina e spesso assunto assieme a una miscela di caffeina, è una droga sintentica semisconosciuta in Occidente ma ampiamente diffusa in Medio Oriente, in particolar modo in Arabia Saudita. Qui, soltanto lo scorso anno, sono state sequestrate oltre 22 milioni di pillole. Complice il costo molto ridotto (pochi centesimi in Libia), la ‘pillola dell’orrore’ ha trovato un ampio uso e diffusione tra i jihadisti dell’Isis, ma anche tra le file degli islamisti di al-Nusra e dai ribelli anti-Assad. Alcuni giovani coinvolti nella Primavera Araba hanno confessato di avere ricevuto il Captagon dagli organizzatori delle proteste, e anche il killer tunisino Seifeddine Rezgui aveva assunto l’anfetamina prima della strage di turisti a Sousse.

«Oltre al senso di invincibilità», spiega Fabrizio Schifano, professore di farmacologia clinica e primario di psichiatra dell’università dell’Hertfordshire. «Le anfetamine e sostanze simili lavorano rilasciando noradrenalina e dopamina, aumentano la vigilanza e la resistenza alla fatica. In più si ha un aumento della combattività e dell’aggressività».