Rovinato dallo sballo, la rabbia della mamma: "Basta, chiudete il Cocoricò"

Per i suoi 18 anni il figlio prese una dose di ecstasy e crollò sulla pista della discoteca. "Aveva il fegato spappolato, è salvo per miracolo"

La discoteca Cocoricò di Riccione

La discoteca Cocoricò di Riccione

Riccione, 30 luglio 2015 - "NON RIESCO a capire perché ancor oggi nessuno si sia preso l’impegno di chiudere il Cocoricò". Per Cinzia Del Prete la storia si ripete. Era il 27 novembre del 2011 quando suo figlio Libero decise di festeggiare con gli amici il 18esimo compleanno al Cocoricò. Crollò in pista, e venne trasportato in ambulanza all’ospedale Ceccarini di Riccione. Quella dose di Mdma gli aveva spappolato il fegato.  "Mio figlio è un miracolato. Se non fosse stato possibile un immediato trapianto, eseguito al Sant’Orsola di Bologna il martedì successivo, non so come sarebbe andata a finire e non voglio pensarci".

Signora Del Prete, la morte di Lamberto Lucaccioni e pochi giorni più tardi il ragazzo che rischia un trapianto di fegato per un’altra notte di sballo: le è sembrato un film già visto? "Fatico a comprendere il motivo per cui non prendono provvedimenti nei confronti del locale".

Se la droga viene assunta all’esterno, è colpa della discoteca? "La droga la puoi trovare dove vuoi, questo è vero, ma se determinati fatti continuano a riguardare quella discoteca, bisogna anche prenderne atto e agire. Troppi ragazzi continuano a rischiare la vita, non si può continuare in questo modo. È assurdo che dal sindaco alle istituzioni non vengono presi provvedimenti. Basterebbe farsi un giro al mattino, all’uscita dal locale per vedere i giovani ridotti a zombie vagare per le strade. Quello che viene venduto a questi ragazzi non è divertimento, è veleno. Perché nessuno dice basta a tutto questo?".

Lei cosa farebbe? "Sarei pronta a cercare questa droga, comprarla e portarla fino al premier Renzi. Ha figli anche lui, agisca per salvare i giovani. Se le istituzioni non riescono a muoversi, almeno lui faccia qualcosa. Vanno cambiate le leggi? Che lo facciano. Dobbiamo pensare ai nostri figli, questa deve essere la priorità".

Come si è sentita quando ha letto del sedicenne deceduto? "Noi mamme non possiamo continuare a piangere i nostri figli. Ho letto anche del ragazzo che rischia un trapianto di fegato. Faccio fatica a mettermi nei panni di quella madre, perché è stato molto difficile attraversare quello che mio figlio e io abbiamo vissuto in questi anni".

Come sta suo figlio? "Sta bene, ha trovato un lavoro ed ha cambiato vita. Ha l’esuberanza di un ragazzo di soli 21 anni, ma quello che ha attraversato lo ha segnato. Ha cambiato compagnia di amici. A volte basta una mela marcia per creare problemi. Mio figlio è fortunato, ma i medicinali assunti e i controlli ai quali deve sottoporsi sono continui. Al minimo sintomo si va a Bologna per evitare problemi maggiori".

Ai titolari del locale cosa vuole dire? "Se hanno una coscienza dovrebbero chiudere il locale. Non hanno figli anche loro? Davanti a tutti questi rischi come possono tenere aperta la discoteca e continuare a guadagnare con questi ragazzi?".