Draghi: "Fiducia tornata ma flessibilità non basta, servono riforme"

L'appello del presidente della Bce in audizione al Parlamento europeo. Crescita moderata, prossimi mesi ancora deboli ma risalita a partire dal 2015

Mario Draghi (Ansa)

Mario Draghi (Ansa)

Strasburgo, 14 luglio 2014 - In audizione davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, il presidente della Bce Mario Draghi torna a parlare di riforme. La flessibilità nell'interpretazione delle norme economiche europee "da sola non basta a far ripartire la crescita". Accanto, servono "riforme strutturali profonde e che permettano di quantificarne l'effetto sui conti pubblici". La Bce spinge per un "consolidamento fiscale favorevole alla crescita" che "non può essere fatta a partire da ulteriori debiti". Per questo "è opportuno che i governi riducano le spese, soprattutto quelle improduttive e, se ci sarà margine, aumentare quelle in infrastrutture e per diminuire le tasse". 

Le riforme devono in particolare riguardare il mercato del lavoro e quello dei prodotti per aumentare la competitività e il completamento del mercato unico: "Sono grandi investimenti che probabilmente non costano molto", commenta. Il monito ai governi riguarda anche le regole di bilancio ("non annacquarle al punto che non siano più credibili"). Per la Banca centrale europea la crescita è "moderata" e l'insieme dei rischi è orientato al ribasso.  "La moderata ripresa in corso - spiega Draghi - dovrebbe proseguire, i progressi su riforme e risanamento dovrebbero spingere la crescita per i prossimi due anni, l'export beneficiare dalla ripresa globale e la domanda interna continuare a salire".  E aggiunge: "Negli ultimi anni molto è stato fatto per ritrovare stabilità, questo ha riportato fiducia nella zona euro, ma debito pubblico e privato elevati, bassa crescita e disoccupazione inaccettabilmente alta ci ricordano che la questione più pressante è riportare l'area euro su un cammino di prosperità condivisa".

La ripresa economica dell'area euro, insomma, è destinata a proseguire, anche se con alti e bassi dovuti "ad una certa volatilità", e intanto nel contesto di bassa inflazione il presidente della Bce ha ribadito l'orientamento a mantenere i tassi di interesse bassi a lungo. Mario Draghi ha anche ripetuto che se si renderà necessario per evitare che la fase di bassa inflazione persista troppo, il Consiglio direttivo "all'unanimità" è anche pronto a considerare altri strumenti di intervento non convenzionali, previsti dal suo mandato. Il tutto però a fronte di un quadro da cui non sembrano potersi dare per scontate manovre simili. Perché se sui prossimi mesi l'istituzione si attende una persistente debolezza del caro vita, sul 2015-2016 stima invece una risalita.

 

 

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro