Mercoledì 24 Aprile 2024

Distrazione di massa

DIFFICILE immaginare una coincidenza più paradossale, infelice, beffarda. Da oggi in una Parigi che piange ancora i suoi morti si svolgerà un importante vertice internazionale. Dedicato al terrorismo? No. Dedicato all’ambiente. D’accordo, era in programma da tempo. E poi il tema è epocale. Pare che la temperatura del globo si alzi di uno o due gradi. Che gli oceani si alzino di uno o due centimetri. Che i ghiacciai delle Alpi e delle Ande continuino a sciogliersi (mentre quelli dell’Artide o dell’Antartide si ricostituirebbero). Lo sapremo fra circa 75 anni. Ma fra 75 o anche fra solo 10 anni noi ci saremo ancora? In altre parole qual è la priorità più urgente della nostra Europa e in generale dell’intero occidente? Battere i tagliagole che dal Medio Oriente hanno portato la guerra nelle nostre città e giurano di sterminarci o concordare un altro simbolico, dilazionato taglio delle emissioni velenose che Cina e India, i Paesi più inquinanti, difficilmente rispetteranno?

OBAMA ci fa sapere che è bene che l’assise si tenga. Rappresenta un ‘rebuke’, un rimprovero. Se i 120 capi di Stato e di governo non fossero venuti a Parigi, il terrorismo – che lui evita di definire islamico o islamista – avrebbe cantato vittoria. Perbacco. Chissà che il Califfo non sia rimasto mortificato dall’autorevole richiamo. E forse anche un po’ intimidito. Guai in vista per la sua Jihad se gli infedeli riducessero davvero le emissioni di CO2. Se poi installassero più mulini a vento e pannelli solari, addio. Sarebbe la fine. A quel punto Francia e Russia nella loro crociata solitaria rimarrebbero senza nemico. E a posteriori darebbero ragione al disimpegno italiano e a quanti nei prossimi giorni a Parigi sposeranno la tesi dei disagisti. Sarebbero la paura, la povertà, la disperazione – come si esprime il Papa argentino – le cause endemiche del terrorismo sempre doverosamente anonimo. Rimosse quelle il problema è risolto. E il fanatismo religioso? No. Menzionarlo sarebbe una provocazione e ostacolerebbe il dialogo. Si dà il caso però che sia lo stesso Califfo a chiamare religiosa, anzi santa la sua guerra. E i suoi miliziani in missione in Europa invocano Allah prima di scaricare su folle inermi i loro kalashnikov. Ma forse sono prevenuto: l’Isis si può battere anche con meno fumi.