Mercoledì 24 Aprile 2024

Diritto nel caos

di Ugo Ruffolo

HO QUALCHE riserva su De Magistris, sia sindaco che magistrato. E poi come magistrato-sindaco, che non ha sentito il dovere di dimettersi. Ma nessuno può togliergli il diritto di farsi riconoscere dal Tar come «non manifestamente infondata» la eccezione di incostituzionalità per l’efficacia retroattiva d’una ‘sospensione’ con valenza sanzionatoria. Con norme simili, ma non identiche, e in situazione sostanzialmente, ancorché non formalmente, omologa la soluzione per Berlusconi fu opposta. Summum ius summa iniuria, quando per lo stato di diritto si spacca il capello? E per una legge scritta da una giurista di razza come la Severino? Gli articoli applicabili sono diversi: per De Magistris, gli artt. 10 ed 11, che prevedono decadenza e «sospensione di diritto» in caso di incandidabilità sopravvenuta, ancorché si tratti di norma successiva alla sua elezione. Il Tar la classifica come sanzione amministrativa e non penale, reputandola egualmente di dubbia costituzionalità quando retroattiva. Per Berlusconi, la Corte d’Appello di Milano aveva invece abbracciato una soluzione opposta. Invero, amministrativa o penale, l’effetto pratico è di sanzione severa; dunque forse violativa della Costituzione. La quale va interpretata anche alla luce della Carta dei Diritti dell’Uomo: la Corte Europea di Strasburgo, che ne giudica l’applicazione, guarda molto all’effetto sostanziale.  IN LEI confida molto Berlusconi, che si è visto fulminato da differenti (ma non differentissimi…) articoli (2 e 3) della stessa legge Severino, sempre in materia di «incandidabilità sopravvenuta». Senza ricorrere all’aforisma delle norme che si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici, bisogna riconoscere che, nella Storia, l’effetto cancellazione del Caos ad opera dello Stato di Diritto è durato poco. Prima v’era il Caos: si era giudicati senza l’esistenza di norme pregresse. Dopo fu Stato di Diritto: ciascuno conosceva norme certe e preesistenti per sapere come comportarsi. Poi vennero i giuristi, dando interpretazioni opposte di norme uguali; e fu di nuovo Caos.

di Ugo Ruffolo