Mercoledì 24 Aprile 2024

Brasile, impeachment per Dilma Rousseff

I senatori si sono espressi favorevolmente per la messa in stato di accusa per la presidente e sospensione dall'incarico. Sarà sostituita dal suo vice Michel Temer

La presidente brasiliana Dilma Rousseff (Afp)

La presidente brasiliana Dilma Rousseff (Afp)

Brasilia, 12 maggio 2016 - La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, è stata messa in stato di accusa e sospesa dall’incarico per 180 giorni durante i quali si svolgerà il processo nei suoi confronti che porterà alla destituzione. Al Planalto, Dilma viene sostituita dal suo vice, Michel Temer, del Partito del movimento democratico brasiliano, accusato dal Partito dei lavoratori di un golpe bianco voluto «da magistrati, militari e potentati economici». Temer aveva appoggiato Dilma e ne era poi diventato, assieme al presidente, sospeso, della Camera, Eduardo Cunha, il suo maggiore accusatore. Sul capo di Dilma la contestazione di avere falsificato il bilancio dello Stato nel 2013 per non fare apparire la crisi che stava divorando lo stato sudamericano e potere così partecipare vittoriosa alle nuove elezioni che ne hanno confermato il secondo mandato, iniziato il 1° gennaio 2015. Dilma e tutto il suo partito, con il predecessore Lula da Silva in testa, contestano queste accuse, che erano già state valutate dalla Camera come compatibili. Nella notte brasiliana è giunto anche il voto del Senato e così l’impeachment è diventato ufficiale. Alla camera alta il sì alla messa in stato di accusa ha visto 55 voti, il no 22.

La votazione è durata dalle 9 di mattina ieri fino a oggi, perchè si sono iscritti a parlare 68 degli 81 senatori che avevano ognuno a disposizione quindici minuti di tempo. Ma fin dalle prime dichiarzioni di voto è parso chiaro che le speranze per Dilma di evitare l’impeachment erano ridotte al lumicino. Fra l’altro, pochi attimi prima dell’inizio della seduta era venuto il rigetto del Supremo tribunale federale dell’ultimo appello dell’avvocatura di Stato affinché il processo della messa in stato di accusa fosse interrotto. E comunque la base della sconfitta per Dilma è stata quella del cambiamento di parere del presidente ad interim della Camera, Waldir Maranhao, che prima aveva richiesto che il Senato ripassasse il caso alla sua assemblea avendo dichiarato nullo il voto del 17 aprile, salvo poi rimangiarsi la decisione dopo la levata di scudi delle opposizioni e voci che si erano diffuse nel paese sull’assunzione del figlio in un’organizzazione governativa. Maranhao ha ceduto e il presidente del Senato, Renan Calheiros, ha potuto dare il via alla lunga seduta, iniziata con all’esterno dei palazzi presidenziali i sostenitori di Dilma inferociti, che poi mano a mano che passavano le ore hanno perso la forza di manifestare. La presidente ha fatto jogging (prima del voto alla Camera era andata in bicicletta) e poi si è chiusa nella sua residenza ad attendere l’esito del voto e a preparare il discorso alla nazione da pronunciare dopo la votazione. Le prime parole le ha affidate a Facebook: "È un golpe - ha scritto sulla sua pagina personale -. Senza riuscire a identificare il reato commesso, il Senato federale ha deciso di allontanare la presidente Dilma e proseguire l'impeachment". In giornata, dopo l'investitura, anche il neo presidente Temer parlerà al paese.