Mercoledì 24 Aprile 2024

La formula che fa passare il dolore

Riflettori puntati su Diclofenac, il più diffuso antinfiammatorio utilizzato in Italia. L'Aifa ha autorizzato recentemente anche le soluzioni a basso dosaggio, più leggere e ugualmente efficaci grazie alle associazioni che migliorano l'assorbimento

Dolori articolari, a volte basta un antinfiammatorio a risolvere la crisi

Dolori articolari, a volte basta un antinfiammatorio a risolvere la crisi

Assisi, 17 novembre 2014 – Antidolorifici al centro dell’attenzione degli specialisti riuniti al congresso della Società Europea di anestesia ad Assisi in Umbria. Si è discusso anche dell'impiego di molecole, spiega Fabio Gori, Direttore dell'Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore Ospedale di Città di Castello, quali gli anti-infiammatori non steroidei (FANS), al centro dell’attenzione visto il loro ampio impiego grazie alla loro efficacia nel contrastare il dolore acuto e cronico. Entrato ormai da anni nella pratica clinica, l’uso dei FANS è talmente diffuso e consolidato che spesso il paziente passa, magari dopo una prima prescrizione del medico, all’autoprescrizione e all’automedicazione. E' del tutto evidente che questi comportamenti espongono il paziente a un potenziale aumento degli effetti collaterali, come segnalato anche recentemente dall’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, conclude l’esperto.

Il rischio cardiovascolare, afferma Andrea Fanelli, Anestesista, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna, è stato oggetto di una revisione condotta dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) che ha stabilito che il diclofenac, il più utilizzato e conosciuto FANS, presenta un rischio cardiovascolare dose-correlato ovvero che cresce con l’aumentare del dosaggio. Intervenendo al Congresso dell’ESRA, Fanelli ha illustrato alcuni studi che dimostrano come dosi estremamente ridotte di diclofenac, sono efficaci tanto quanto quelle comunemente utilizzate nella pratica clinica e, nello specifico, secondo uno studio condotto su una nuova formulazione di diclofenac recentemente autorizzata dall’AIFA, la dose da 50 milligrammi risulta efficace nel contrastare il dolore quanto quella da 75. 

Questa novità, continua Fanelli, è resa possibile grazie all’associazione del diclofenac con le beta-ciclodestrine, che aumentano l’idrosolubilità e la biodisponibilità del composto. L’innovativa formulazione è particolarmente utile perché grazie al dosaggio da 25 mg, prima inesistente, si minimizzano gli eventi avversi FANS-correlati aderendo alle raccomandazioni dell’AIFA, che suggerisce l’utilizzo dei farmaci antinfiammatori al minor dosaggio efficace e per il minor tempo possibile” conclude Fanelli. Le criticità maggiori sono naturalmente legate all’uso prolungato di diclofenac, nei casi di dolore cronico ma, anche nei casi di dolore acuto, e riuscire a eliminare il dolore con un basso dosaggio è un grande vantaggio e una raccomandazione utile per tutte le persone che si trovano improvvisamente in uno stato di dolore. E se il dolore arriva in assenza di persone che ci possono assistere, la nuova formulazione ha anche un ago per iniezione sottocute che può essere somministrata da soli.

Il diclofenac ha un campo di applicazione molto vasto. Si utilizza nei traumi a legamenti, tendini, muscoli e articolazioni e nel dolore acuto dovuto a forme minori di strappi, distorsioni e contusioni. Viene indicato nondimeno nel trattamento del dolore e dell’infiammazione in patologie reumatiche croniche quali artrite reumatoide, osteoartrite, artrosi, reumatismo extra-articolare, reumatismi dei tessuti molli, spondilite anchilosante, stati dolorosi da flogosi di origine extra-reumatica o post-traumatica, in caso di mal di denti o piccole ferite. Questo non è un elenco completo o esaustivo, per le indicazioni e le scelte ulteriori riguardanti la propria salute consultare il medico.

Proprio per il suo ampio impiego, diclofenac è disponibile in tante diverse formulazioni: compresse, gel, cerotti medicati, fiale per intramuscolo e, oggi, anche in siringa pre-riempita con un ago per sottocute, per intenderci simile a quello utilizzato per vaccinare i bambini, quindi meno doloroso di quello tradizionale. La nuova opzione terapeutica offre numerosi vantaggi quali la facilità di somministrazione, la rapidità d’azione e permette di mantenere inalterata l’efficacia analgesica anche in presenza di una riduzione del dosaggio del principio attivo, fatto quest’ultimo cruciale alla luce delle recenti limitazioni prescrittive AIFA consentendone l’impiego in tutta sicurezza.

Secondo una recente ricerca Doxa sul dolore, il medico di medicina generale è, in linea di massima, riconosciuto come la figura di riferimento (91%) ma, nella pratica, gli italiani decidono in autonomia cosa fare (53%), mettendo in evidenza l’esigenza di provvedere autonomamente alle necessità e alle scelte personali.