Martedì 23 Aprile 2024

Depressione e allegria sono scritte nel Dna

Uno studio inglese rivela che lo stesso pool di geni può indirizzarci verso la tristezza o la felicità

Allegria e tristezza sono regolate dagli stessi geni - foto Igor Stevanovic / Alamy

Allegria e tristezza sono regolate dagli stessi geni - foto Igor Stevanovic / Alamy

Depressione e euforie hanno la stessa origine genetica. Lo hanno scoperto i ricercatori della Oxford University, secondo cui le medesime porzioni di DNA sono responsabili sia della tristezza che della felicità.
 
REAZIONI OPPOSTE
In altre parole, nell'ateneo inglese hanno evidenziato che esistono geni specifici che ci rendono più o meno sensibili all'ambiente, anche se poi il modo in cui reagiamo dipende dalle particolari situazioni in cui ci troviamo. "Se possiedi questi geni e ti trovi in un ambiente negativo, svilupperai propensione a reazioni cognitive negative, che possono portare a disordini mentali”, spiega la ricercatrice Elaine Fox, “se invece ti trovi un ambiente “amico”, le tue risposte cognitive accresceranno la capacità di resilienza”, cioè di adattamento alle situazioni.
 
RESTA IL MISTERO
I ricercatori hanno esaminato diversi studi del passato relativi alla genetica e alla psicologia con lo scopo di indagare i meccanismi di funzionamento delle malattie mentali e indirizzare la ricerca verso la messa a punto di terapie per la depressione. Le dinamiche psicologiche e biologiche che sottostanno a questi fenomeni non sono ancora chiare, ma si pensa che qualche variante genetica  precedentemente etichettata come portatrice di sensibilità “negativa” all'ambiente, sia in realtà in grado di ottenere anche l'effetto opposto, inducendo sia uno stato di depressione che di euforia.
 
LE PROSPETTIVE
Dopo la pubblicazione su Molecular Psychiatry, il gruppo di Oxford vuole ora capire in che modo i geni preposti alla salute mentale si combinino con le attitudini cognitive. Il presupposto di partenza è che le persone maggiormente inclini a enfatizzare gli aspetti negativi delle cose rischiano più di altre di sviluppare disordini mentali. È la convergenza di queste due aree di studi che probabilmente aiuterà a trovare risposte sulla natura della nostra suscettibilità a ciò che ci circonda.