Giovedì 18 Aprile 2024

Un salvavita da indossare se il cuore fa le bizze

Nasce Emblem, la nuova generazione di defibrillatori per chi soffre di aritmie. Supersottile, impiantabile sottocute, è forse l'unico in grado di prevenire l'arresto cardiaco senza bisogno di fili, cateteri o collegamenti

Emblem, defibrillatore salvavita, e la dottoressa Maria Grazia Bongiorni

Emblem, defibrillatore salvavita, e la dottoressa Maria Grazia Bongiorni

Milano, 23 giugno 2015 – Si chiama Emblem il nuovo defibrillatore impiantabile sottocutaneo, gioiello tecnologico in miniatura, una delle innovazioni di maggiore successo del momento. Parente dei ben noti pacemaker, l'apparecchio è stato presentato a Milano in occasione del congresso internazionale di cardiologia EHRA Europace. Distribuito da Boston Scientific, è minuscolo, preciso, efficace e si nasconde sotto pelle. Per funzionare non ha nemmeno bisogno di essere collegato al cuore o ai rami arteriosi, e questo rende a tutti le cose più semplici. A chi può servire un simile salvavita? La risposta è intuitiva. Ogni anno, in Italia, più di 90mila persone con problemi di cardiopatie (dato Eucomed) vengono sottoposte a impianti di pacemaker o defibrillatori per ripristinare le corrette funzioni del battito, migliorare l'efficienza fisica e la qualità di vita. La longevità delle batterie di pacemaker e defibrillatori è un aspetto cruciale. Meno sostituzioni, meno rischi, meno costi. L'evoluzione tecnologica ha portato pure all'assenza di cavetti, e la semplicità di applicazione è determinante, poiché si riducono a zero le noiosissime complicanze (infezioni comprese) legate alla manualità dell'impianto del cardiostimolatore.

Maria Grazia Bongiorni, direttore malattie cardiovascolari 2 - Ospedale Cisanello di Pisa, ricorda che ogni anno 50mila persone in Italia sono vittime di arresto cardiaco a causa di aritmia, un fulmine a ciel sereno. Il defibrillatore è attualmente l’unico strumento efficace per prevenire la morte cardiaca improvvisa, cui deve far seguito un'adeguata assistenza sanitaria, sia che si tratti di dispositivi impiantabili che per funzionare necessitano di elettrocateteri (che raggiungono il cuore tramite l’albero venoso), sia che si tratti di impianti sottocutanei, che funzionano senza toccare il cuore risparmiando anche i vasi sanguigni. Rispetto ai dispositivi tradizionali, i device sottocutanei proteggono dagli inconvenienti inattesi scongiurando pure le possibili complicanze legate a malfunzionamenti, fratture e, come dicevamo, le famigerate infezioni.

L’elettrofisiologo inglese Pier Lambiase, del Barts Heart Centre, raccomanda lo stimolatore di ultima generazione, che è del 20% più sottile rispetto alla precedente generazione, dispone di batterie programmate per durare il 40% in più ed è predisposto per essere compatibile con il sistema di monitoraggio remoto. Distribuito in Italia e in altri paesi da Boston Scientific, Emblem S-ICD prima generazione aveva ottenuto il marchio CE nel 2009 e l’approvazione FDA (Food and Drug Administration) nel 2012, mentre la seconda generazione ha tagliato il traguardo (tutte le certificazioni) nel marzo di quest’anno.

Pierre Chauvineau, presidente europeo della Divisione gestione ritmo cardiaco di Boston Scientific, ha annunciato, in concomitanza con la presentazione, l’avviamento di uno studio a livello mondiale volto a valutare il sistema Emblem S-ICD in prevenzione primaria, ossia in quei soggetti, anche donne, con funzionalità cardiaca fortemente ridotta e che, pur non avendo mai avuto un arresto cardiaco, sono più a rischio. La funzione del dispositivo è quella di monitorare costantemente il battito e sorreggerlo all'occorrenza. I defibrillatori sottocutanei sono considerati veri angeli custodi e hanno una funzione salvavita in quanto forniscono supporto al cuore tutti i giorni, 24 ore su 24.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale