Giovedì 18 Aprile 2024

Ddl corruzione: ecco cosa prevede

Pene più severe, innalzamento dei termini di prescrizione, confische e sequestri ai corrotti, patteggiamento solo se si restituisce il maltolto

Roma, 12 dicembre 2014 - Il ddl contro la corruzione varato dal Consiglio dei ministri si articola in quattro punti. Il provvedimento inasprisce le pene del delitto di corruzione "propria", ossia per atto contrario ai doveri di ufficio, anche allo scopo di aumentare i termini di prescrizione; interviene in senso più ampio e generale sulla prescrizione; prevede confische e sequestri ai corrotti, con lo stesso meccanismo previsto per i mafiosi; e consente il patteggiamento solo se si restituisce il maltolto, prevedendo che si passi dal carcere.

CORRUZIONE - Per la corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, le pene minime e massime passano dagli attuali 4-8 anni a 6-10 anni

PRESCRIZIONE - Con l'aumento delle pene per la corruzione aumenta anche il termine in cui cade in prescrizione il reato di corruzione, che passa a 12 anni e mezzo. Più in generale, e non solo per i processi per corruzione, è poi stato dato il via libera alle misure che congelano per due anni la decorrenza della prescrizione dopo la condanna di primo grado e di un anno dopo la condanna di secondo grado. Misure queste già previste nel ddl sul processo penale, che erano già state esaminate nel consiglio dei ministri di fine agosto e che ora entrano in questo pacchetto. 

CONFISCA - La disciplina della confisca allargata è estesa ai reati di corruzione. In caso di morte del soggetto nei cui confronti è disposta la confisca con sentenza di condanna passata in giudicato, il procedimento di esecuzione può iniziare o proseguire nei confronti degli eredi e degli aventi causa. 

PATTEGGIAMENTO - L'accesso viene condizionato, pena l'inammissibilità, alla restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato, che sono oggetto di confisca obbligatoria, e all'integrale risarcimento del danno.