Mercoledì 24 Aprile 2024

Date tempo alle lacrime

La vita ha meravigliose possibilità di riciclo, basta lasciarla fare. Non c’è lutto, fallimento o vergogna impossibili da riparare. Il trucco va insegnato da piccoli: siediti e aspetta. Per ogni cosa rotta esiste la colla giusta e questo vale anche per il cuore, fra tutti gli organi l’unico che sembra fatto apposta per essere spezzato. Prima di ricordare a un ragazzo l’importanza dell’igiene dentale, il suo posto in famiglia e nel mondo e il rispetto delle regole, dovrebbe essere reso obbligatorio un corso di manutenzione dello spirito. Mancano i maestri, il problema dei precari è più urgente. Ecco perché si va a tentoni fidandosi dei lividi che sono spariti per magia, delle nuvole che non improvvisano mai la stessa architettura di un minuto fa.

La prima lezione andrebbe impostata sull’impermanenza, concetto difficilissimo da accettare a vent’anni quando anche chi vuole morire si crede immortale. Niente dura. Le nuvole, le lavatrici, le decisioni irrevocabili. Se fra qualche mese il tuo fegato sarà composto da molecole nuove, se la tua pelle si sarà sfaldata e ricomposta come quella dei serpenti, non ha senso fare coincidere il senso della vita con ciò che resiste. L’amore e tutte le sue conseguenze piacevoli e spiacevoli sono condanne definitive solo nelle tragedie perché sul palcoscenico si estremizza a scopo didascalico, ma qui in platea più che la spada bisogna lucidare la pazienza. Pietro la sua l’aveva persa o forse come tutti non aveva trovato nessuno da cui imparare che all’infelicità va dato tempo e spazio e non una spinta nel vuoto. Il vuoto non ricicla, risucchia e basta. L’infelicità va lasciata decantare e interrogata e depredata di tutti i suggerimenti che può dare, poi accompagnata alla porta. A lui è andata così: figlio adottivo di genitori che si separano, lasciato sull’orlo dell’autunno. E chissà che altro c’era in quel povero cuore mentre pianificava la traiettoria dalla sedia sul balcone al marciapiede per chiudere senza incertezze. È una roulette e a qualcuno va anche peggio. Si nasce come viene e dove si può con percentuali spesso sballate di tedio e ottimismo ma un salto di venti metri non è mai la soluzione. La soluzione è rimanere seduti, augurare la buonanotte a chi si allontana e aspettare che passi. Perché passa sempre, sapete?