Venerdì 19 Aprile 2024

Daniela Santanchè, sesso e politica. "Nella mia vita solo 5 uomini"

Dall'infanzia difficile alla maturità, la deputata si racconta in un libro

Daniela Santanchè (Imagoeconomica)

Daniela Santanchè (Imagoeconomica)

Milano, 27 aprile 2016 - ONOREVOLE Santanchè, nel suo libro con grande sincerità racconta della sua infanzia e adolescenza difficili, caratterizzate da un’educazione molto severa. Sua madre la prendeva a ceffoni, le tirava i capelli perché non voleva raccogliere le mutandine e metterle nella cesta del bucato...

«Sono il prodotto dell’educazione dei miei genitori. Non rimpiango nulla. Sono così perché mi hanno educata così. Ringrazio comunque mio padre e mia madre sennò sarei un’altra».

Nel libro lei stila un pentalogo per le donne. Al terzo punto ammonisce: ‘Non datela. Quando la date è finita. Meglio l’attesa della presa’.

«Parto dal principio che ognuno di noi è prezioso ed è unico. Sono l’esclusività e le fedeltà che fanno diventare una persona sensuale, sexy, desiderata. Oggi c’è una visione sbagliata. Io vorrei dire alle giovani che sono preziose, che il corpo non lo si dà, e soprattutto non lo si dà in cambio. Lo si può dare solo per amore. E innamorarsi è difficile, può capitare solo 2-3 volte nella vita».

Infatti nel libro lei dice che ha fatto l’amore al massimo con 5 uomini. Conferma?

«Assolutamente. Perché mi sono sempre ritenuta preziosa e unica. Tutti i tesori si tengono segreti».

Non posso non chiederle circa il gossip del momento che la riguarda, cioè la presunta liaison con il principe Dimitri d’Asburgo.

«Leggete il libro e avrete la risposta».

Lei scrive anche ’Non ho tempo nemmeno per comprarmi le calze’. E allora come fa?

«È la verità. Pochi sanno che faccio l’imprenditore, faccio politica per passione, faccio la mamma, quindi il tempo è dedicato ad altro. Per me fare shopping è un privilegio. E quando ho bisogno delle calze mando qualcuno dell’ufficio».

Nel libro racconta che, per riuscire ad andare a Londra a studiare, accettò di raccogliere fragole, dodici ore al giorno...

«Quella è stata la mia prima battaglia di libertà che mi ha accompagnato per tutta la vita. Volevo andare oltre Cuneo, oltre il ponte nuovo, oltre la mia famiglia. Però siccome a casa mia non si dava mai niente per niente, mi sono conquistata la libertà attraverso le fragole».

E si comporta allo stesso modo con suo figlio?

«No. Sicuramente gli rendo la vita più facile. Non sono capace di fare come i miei genitori».

Sempre a proposito dell’amore, scrive che si capisce quando una coppia non è più innamorata perché al ristorante fa due ordinazioni separate...

«In una coppia innamorata i due si chiedono reciprocamente: tu cosa vuoi amore? Cosa prendi? Una coppia che non ha niente da dire legge il menù e ognuno ordina per sé. Non c’è più condivisione, ma solo formalità e obbligo».

A proposito di obblighi. Del matrimonio ha detto, interrogata a proposito delle unione tra gay: ‘Io sono contro il matrimonio, anche tra eterosessuali’. Conferma?

«L’amore non è un bene disponibile. Si firma un contratto di cui non si ha certezza che si potrà ottemperare. Ci si deve scegliere tutti i giorni. Io mi sono sposata, il mio matrimonio è stato annullato, e proprio per questo so che non mi sposerò più. Come si fa a dire che si amerà per tutta la vita?».

Veniamo alla politica. Per Roma il presidente Berlusconi ha fatto bene ad andare avanti per la sua strada puntando su Bertolaso?

«Per me no. Aveva due opzioni, o Marchini o Meloni-Salvini. Erano due progetti politici, diversi, ma erano progetti. Andare da soli non mi sembra un progetto. Stavamo con la Lega con Bossi che era secessionista, oggi c’è Salvini che è nazionalista... questa cosa non l’ho capita».

Qual è il futuro del centrodestra?

«Non come quello di oggi. Io non sono per l’inclusione da panico, non sono per il fatto di stare insieme solo per la paura di perdere. Io sono per l’esclusione, sono per rimettere al centro l’identità».

Ha ancora paura degli ascensori?

«Mi fanno paura i posti chiusi e stretti, perché mi ricordano lo sgabuzzino di casa dove ho sofferto e ho avuto paura, quando mia madre mi ci chiudeva per punizione, e io per passare il tempo contavo le scarpe...».

Suo padre era davvero un giocatore di biliardo professionista?

«Non proprio professionista: finché non si è sposato ha vissuto di quello, giocando nei bar contro qualcuno meno bravo di lui, come Paul Newman nello ’Spaccone’. Da lui ho imparato tutti i segreti del biliardo».