Kafka, spunta la lettera scomparsa scritta sul Garda

Trovata per caso la missiva indirizzata all'amico Felix Welsch. Il grande scrittore si descrive come 'uomo d'infelicità' e dice di parlare dal 'pre-inferno'

Franz Kafka, ritrovata una sua lettera scomparsa

Franz Kafka, ritrovata una sua lettera scomparsa

Berlino, 30 marzo 2017 - Una lettera "scomparsa" di Franz Kafka, scritta nel 1913 nel rinomato sanatorio del dottor von Hartungen sul Lago di Garda. Ne scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), con un grande articolo del germanista Jan Buerger, consulente dell'Archivio della letteratura tedesca a Marbach, che si è imbattuto casualmente nello scritto, trovato per caso scartabellando in mezzo a un faldone contenente una raccolta di autografi di celebri autori, passata di eredità in eredità a un'anziana signora di Ludwigsburg. 

Il fatto è che questa lettera, indirizzata a uno dei più cari amici di Praga di Kafka, Felix Welsch, risultava esser andata perduta. E invece eccola qua: la lettera originale,  con tanto di intestazione del sanatorio del dottor von Hartungen, frequentato peraltro anche da Thomas Mann (che qui mise in scena il suo racconto "Tristano", del 1902).

La grafia di Kafka è nitida, riconoscibilissima: "No, Felix, non andrà bene - scrive all'amico - niente andrà bene con me. Qualche volta credo che non sono più sulla Terra, ma che mi aggiro da qualche parte nel Limbo (lui in realtà scrive Vorhoelle, "pre-inferno", ndr). Tu pensi che la consapevolezza della propria colpa sia per me un aiuto, una soluzione, no, il senso di colpa ce l'ho soltanto perché per la mia natura è la forma più bella di pentimento?". 

E ancora: "Il senso di colpa è solo un volere indietro le cose. E appena è così, cresce molto più terribile che il pentimento una sensazione di libertà, della liberazione, di un senso di soddisfazione compatibile con le circostanze, ben oltre ogni rimorso".

Jan Buerger commenta: "Non c'è dubbio, questa lettera da da Riva del Garda  viene da Franz Kafka. Oggi, nel 2017, si ha la sensazione che queste parole siano indirizzate, in tutte la loro durezza, in tutto il loro pathos, al mondo intero: un messaggio in bottiglia dal pre-inferno".  Kafka fa capire che lui qui ci è venuto solo per riposarsi, in questa "misera capanna di legno sul lago, con un lungo trampolino per tuffarsi", che lui però usa soprattutto per sdraiarsi. Spiega Buerger, che per lui si tratta soprattutto di riprendersi dalla fine della relazione con Felice Bauer, "alla quale nei mesi precedenti aveva scritto tutti i giorni, e di cui alla fine aveva chiesto la mano: ma tutto questo, oramai, era finito".

La sua tentazione di raccontare riprende il sopravvento: Kafka spiega all'amico che non si tiene affatto a distanza dagli altri pazienti, e si ritrova spesso insieme al loro nella atmosfera ascetica del sanatorio, "fino a giocherellare, sotto il loro influsso, persino con l'occultismo", scrive Buerger. "Quel che sarà, c'è scritto nelle carte. Alcune sere fa sedevamo insieme e una russa giovane molto ricca e molto elegante, per noia e disperazione - perché le persone eleganti in mezzo a gente non elegante è molto più perduta che viceversa - ha fatto a tutti la cartomanzia". Infine si rivolge nuovamente a Felix: "Come uomo d'infelicità quanto sono superiore a te! Se avessi solo la minima speranza che serva a qualcosa, mi attaccherei alla porta d'ingresso del sanatorio per non dover ripartire".