Mercoledì 24 Aprile 2024

"Mai più paura di invecchiare". Erica Jong, poco sesso e molto amore

La scrittrice americana è in Italia per presentare il suo ultimo romanzo

ERICA JONG e KEN FOLLETT (Olycom)

ERICA JONG e KEN FOLLETT (Olycom)

ROMA, 20 OTTOBRE 2015 - «SESSO, sesso, sesso. Da quando è partito il tour di presentazione del romanzo negli Stati Uniti, i miei connazionali non fanno altro che chiedermi di parlare di sesso. Solo in Italia hanno capito “Fear of dying” per quello che è: una storia d’amore». Dopo 42 anni non ha più paura di volare e nemmeno di morire Erica Jong, scrittrice americana che ha portato all’emancipazione un’intera generazione di donne. In Italia per presentare “Fear of dying” - tradotto in “Donna felicemente sposata cerca uomo felicemente sposato” (Bompiani) - la signora Jong, settantenne da copertina pronta alla risata, ma molto lontana dalla figura scapigliata e trasgressiva dei primi anni ’70, nel suo ultimo libro prosegue l’esplorazione dell’universo femminile raccontando la sessualità, le ambizioni e le disillusioni di una ex attrice, Vanessa Wonderman, alle prese con genitori in fin di vita, una figlia incinta, un marito dal desiderio spento, che non si rassegna al tramonto della vita. Fino a quando...

Senza rivelare il finale, anche per l’autrice del rivoluzionario “Paura di volare”, l’amore è diventato più appagante del sesso?

«(Ride...) Dopo tanti anni, se non fosse successo niente nella mia vita sarei un lupo zoppo».

Lei ha insegnato alle donne il “sesso senza cerniera”: archiviato?

«Sapere di avere contribuito alla loro emancipazione, vederle più libere e consapevoli mi rende felice. Diciamo che ci sono momenti in cui il sesso è importante, altri meno. La verità è che avevo tutte le intenzioni di scrivere un libro ironico, capace di far ridere anche su argomenti molto seri come vecchiaia, morte, perfino scelte religiose. Poi, arrivata al finale, è saltata fuori la più classica delle storie d’amore, tanto che mio marito, quando ha letto le bozze, è rimasto letteralmente a bocca aperta».

Di ironico, al limite del grottesco, ci sono gli uomini che bazzicano il sito di incontri Zipless.

«Sì, Vanessa, bella sessantenne spostata a un uomo più vecchio di lei e disinteressato alla sua soddisfazione sessuale, cerca negli incontri online un po’ di conforto. Ma trova solo tristi pervertiti, incapaci di accendere il suo erotismo».

Come quello che tenta di infilarle una tuta di latex con tanto di cerniere lampo strategiche?

«Esattamente (ride ancora, ndr): o il manager che, nel tempo libero, vuole fare lo schiavo. Quella roba non fa per me. I social accorciano le distanze e rendono tutto più a portata di mano, anche la trasgressione, la ricerca del piacere, cosa che può risultare peggiorativa, e non solo sul fronte degli scambi».

Si riferisce al successo delle “Cinquanta sfumature di grigio”?

«Lo trovo un libro sciocco, ma quello che è peggio, scritto molto male. Ho dovuto leggerlo perché tutti continuavano a chiedermi cosa ne pensassi. Lo paragonavano a “Paura di volare”, ma quella roba è spazzatura, pubblicata solo per fare soldi. Un film, poi...».

Anche l’erotismo ha bisogno di contenuti?

«Ovviamente! Chi non apprezza la letteratura erotica: de Sade, von Sacher-Masoch, Histoire d’O? Quello è solo robaccia».

Anche di “Paura di volare”, oltre 27 milioni di copie vendute, approderà sul grande schermo, diretto da Gabriele Muccino.

«Sì, abbiamo finito il casting, ma non so ancora quando inizieranno le riprese, ci siamo quasi. Gabriele ha scritto una magnifica sceneggiatura, divertente: ci voleva un regista italiano, quelli americani sono troppo stupidi».

Donne che hanno travalicato gli “anta”, ma hanno ancora un cuore di ragazza. Come superano la fobia, non solo americana, di invecchiare?

«Non è facile, ma non deve far paura. Anche se ci sono ancora troppi pregiudizi verso le donne: noi diventiamo rugose, gli uomini interessanti. Ho molte amiche attrici, più brave oggi di trent’anni fa, ma non trovano ruoli, i registi non hanno parti per le donne mature. È una cosa ingiusta. Però il tempo non ci ferma: questo libro ha avuto una gestazione lunghissima, ma sto già lavorando al prossimo. Però non mi chieda di cosa parla, o non riuscirei più a scriverlo».